Alcuni fra i miei amici e soprattutto amiche hanno intenzione di votare +Europa e la persona di Emma Bonino. Ottima scelta mi verrebbe voglia di dire, perché si tratta di una persona di grande coerenza e simpatia, e rappresenta una storia di dignità e di coraggio: la storia del partito radicale, nonostante le attuali polemiche che mal comprendo.
Marco Pannella venne a Parigi quando ero esule in quella città nel 1977. I politici di tutte le appartenenze mi consideravano un appestato o un mascalzone perché coi miei compagni parlavamo ai microfoni di una radio che denunciava l’alleanza austeritaria della Dc e del Ppc, e Pannella venne a portarmi la sua solidarietà e insieme partecipammo a un convegno dedicato a Pasolini, che era presieduto da Julia Kristeva. Chapeau.
Già allora pensavo però che Pannella ed Emma Bonino come lui avessero una cultura tutta politico-giuridica, ma non avessero la più pallida idea di cosa sia lo sfruttamento e di cosa siano le lotte sociali.
Emma Bonino chiede il voto per avere più Europa, dice che per rispettare le regole imposte dal fiscal compact per cinque anni dovremmo bloccare ogni voce di spesa. Fantastica idea, ma pericolosa: i treni pendolari cascherebbero a pezzi, gli incidenti si moltiplicherebbero peggio di come già succede ora. Gli studenti delle scuole periferiche d’inverno morirebbero dal freddo e i calcinacci gli romperebbero la testa, mentre migliaia di insegnanti si suiciderebbero per la miseria e per la depressione. Milioni di persone rimarrebbero senza assistenza sanitaria, gli ospedali si troverebbero senza siringhe e senza cerotti. I medici emigrerebbero verso la sanità privata.
Alla faccia della non violenza quante decine di migliaia di morti ci costerebbe l’idea della brava Emma? No, distruggere quello che resta dello stato sociale non è una buona idea.
Questo vuol dire forse che io voglio meno Europa? No, vuol dire che Emma Bonino ha capito male cos’è l’Europa.
Negli ultimi dieci anni l’Unione europea è morta nel cuore della maggioranza degli europei, e l’antieuropeismo cresce a dismisura proprio perché la classe dirigente neo-liberista ha trasformato l’Unione in uno strumento del potere finanziario, così i lavoratori vedono l’Unione come la causa della loro miseria. L’imposizione del fiscal compact, il sistematico prelievo di risorse dalle tasche di chi lavora per ripianare il debito delle banche è la causa evidente dell’agonia dell’Unione.
Il fiscal compact è un cappio al collo della popolazione europea. E quando il cappio si stringe non arriva più sangue al cervello, e la popolazione europea, col cervello in agonia, segue i predicatori di violenza, di odio, di nazionalismo razzista. Questo è il fiscal compact.
Bonino fa lo stesso errore degli anti-europeisti, di coloro che vogliono tornare all’illusoria sovranità nazionale: identifica l’Unione europea con il fiscal compact.
Io voto Potere al popolo perché sono europeista, e voglio che l’Unione non sia uno strumento del sistema finanziario ma uno strumento per l’uguaglianza salariale di tutti i cittadini europei, per la solidarietà e per il reddito di esistenza, per la riduzione dell’orario di lavoro. Voto Potere al popolo perché nonostante questo nome un po’ retrogrado vuole rompere la dipendenza della società dalla regola autoritaria del Fiscal compact, vuole liberare le energie della società dal dominio del sistema finanziario.
FONTE: Bifo, IL MANIFESTO