PERCHà‰ L’EUROPA INVENTà’ I PROCESSI ALLE STREGHE

Un libro ricostruisce la persecuzione che durò quasi tre secoli, riguardando tanti paesi

Un libro ricostruisce la persecuzione che durò quasi tre secoli, riguardando tanti paesi

Come pochi altri fenomeni storici, la caccia alle streghe fa parte della memoria collettiva, ma forse non ci si ricorda sempre che l’Europa si servì di questo strumento di repressione per più di tre secoli. Anna Göldi, forse l’ultima vittima di un processo di stregoneria, fu bruciata sul rogo il 18 giugno 1782 (e riabilitata ufficialmente il 27 agosto 2008 dal parlamento del cantone svizzero Glarus). Più di 350 anni prima, verso la fine degli anni 1420, tra la Valle d’Aosta e il Delfinato, nel Vallese e lungo la Riviera del lago Lemano affiorano le prime notizie di cacce a stregoni e a streghe.
Uomini e donne di ogni ceto sociale furono allora accusati di appartenere ad una setta presieduta dal demonio, di provocare ‘malefizi’ e di commettere atti di cannibalismo, infanticidi e profanazioni, di abbandonarsi ad orge con il demonio e così via. L’esistenza di questa immaginaria setta del ‘sabba’ si diffonderà rapidamente in Europa grazie al ricorso alla tortura. Soltanto sotto tortura inquisitori e giudici vennero a conoscenza di nomi di complici. In Italia, proprio nel 1427, il francescano Bernardino da Siena racconta di avere predicato a Roma su “incantamenti, streghe e malie” facendo così accusare “una moltitudine di streghe e di incantatori”. Una di queste avrebbe ucciso “trenta fanciulli col succhiare il sangue loro”.
Grazie agli studi di questi ultimi decenni, sui quali disponiamo ora di una sintesi chiara ed informata (Marina Montesano, Caccia alle steghe, Salerno editrice) si è venuta delineando un’impressionante carta europea delle cacce alle streghe che riguarda sia il mondo cattolico che protestante e ha coinvolto tutti i poteri, da quelli ecclesiastici — in massima parte responsabili nel primo Quattrocento di avere costruito l’immaginario della setta del ‘sabba’, presieduta dal demonio — a quelli laici.
E’ una carta europea con mille divergenze. Nelle città tedesche di quel periodo, la cifra totale delle vittime si aggira tra le 22.000 e le 25.000. In Francia, invece, il Parlamento (allora il tribunale di ultima istanza) si mostrò molto cauto, emettendo ‘soltanto’ un centinaio di condanne a morte, e nessuna dopo il 1625. La Francia conobbe però la tragica vicenda di Loudun che diede luogo ad un intenso dibattito ed è rimasta — basti pensare ai numerosi film che le sono stati dedicati — nell’immaginario collettivo. Già nel 1608, i Paesi Bassi rinunciano definitivamente ai processi di stregoneria. L’Ungheria non li ha mai ammessi senza però poter evitare, lì come anche nei Paesi Bassi, si sviluppassero linciaggi popolari. In Inghilterra, la stregoneria diventa reato nel 1542. Sospeso nel 1547, fu reintrodotto da Elisabetta I e rimase in vigore sino al 1736.
Già nel Cinquecento, giuristi e umanisti italiani (Andrea Alciati) e del Nord Europa (Johann Wier) denunciano il fenomeno. L’Alciati, colpito dalla durezza dei processi di stregoneria in corso in Valtellina, ritiene assurdo credere che gli accusati si fossero recati in volo al ludum
(il ‘sabba’). Al Wier risponde invece Jean Bodin con un una delle più feroci difese della credenza all’immaginario del ‘sabba’, accusando persino il Wier di essere lui stesso uno stregone…Ad un fenomeno così ampio — nel tempo e nello spazio — non si possono attribuire ‘spiegazioni monocausali’, sottolinea molto giustamente Marina Montesano. Se la ‘caccia alle streghe’ è durata così a lungo, lo si deve ad una molteplicità di fattori che hanno contribuito a costruire uno strumento flessibile, capace di coagulare credenze al potere occulto dei maleficia ed elementi della cultura classica; il patto con il demonio e la profonda misoginia delle società europee; le credenze multiple alla metamorfosi dei corpi e al volo delle striges, oltre che le complesse costruzioni demonologiche dei teologi domenicani.
Nei processi per stregoneria si è dunque “assottigliato il dislivello tra ‘alto’ e ‘basso’”. E se ne ha la controprova nel Settecento, quando autori così diversi come Muratori e Voltaire tentano di portare un colpo decisivo considerando le accuse nei processi per stregoneria come delle ‘superstizioni’, frutto dell’ignoranza. Il patto tra l’‘alto’ e il ‘basso’ si era ormai spezzato. La critica di Voltaire fu di natura illuministica e di valenza generale, ma anche elitaria…: “la sola filosofia ha guarito infine gli uomini da questa abominevole chimera”. E per questo i giudici devono smettere di “bruciare gli imbecilli”!.

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password