L’incontro previsto per il fine settimana è organizzato da Romagnoli della Fiamma Tricolore. Le proteste Anpi e Cgil contro il raduno Pisapia: «Oltraggio alla città e alla Resistenza»
L’incontro previsto per il fine settimana è organizzato da Romagnoli della Fiamma Tricolore. Le proteste Anpi e Cgil contro il raduno Pisapia: «Oltraggio alla città e alla Resistenza»
Le camere a gas? «Non ho nessun mezzo per poter affermare o negare» che siano esistite. È la frase più celebre di Luca Romagnoli, esponente di Fiamma Tricolore, già europarlamentare e inquilino della Casa delle Libertà alle politiche del 2006, tornato in queste ore sulla ribalta come organizzatore del meeting neofascista in programma a Milano per il fine settimana.
Tra venerdì e sabato si ritroveranno all’hotel “Michelangelo” vari rappresentanti di movimenti e partiti di estrema destra, anche razzisti e xenofobi, riuniti sotto l’«Alleanza Europea dei Movimenti Nazionali», associazione nata nel 2009. Sono attesi, tra gli altri, gli inglesi del British National Party, i francesi del Front National di Marine Le Pen, gli ungheresi di Jobbik (terzo partito al Parlamento di Budapest), gli sloveni di Slovenska Nacionalna Stranka e i portoghesi del Partido Nacional Renovador. Non sono annunciati i greci di Alba Dorata, famosi per le recenti performance elettorali ma anche per le botte in diretta televisiva ai colleghi di altri partiti.
Il programma prevede due giorni di dibattito, il primo a porte chiuse, il secondo aperto e dedicato all’attualità della «Crisi dell’Europa e dell’euro». Un tema molto caro ai partiti dell’Alleanza di destra, che immaginano per il Vecchio Continente una politica diversa da quella di oggi.
In città cresce il malumore per l’evento: l’Anpi, la Cgil, i movimenti e le associazioni riunite nella Rete Antifascista milanese, sono contrarie dal raduno. Per questo nei giorni scorsi hanno chiesto al questore di impedire la manifestazione e ai partiti e al sindaco di esprimere pubblicamente la propria contrarietà.
Ieri Giuliano Pisapia ha ricordato su Facebook come «ancora una volta Milano, Medaglia d’oro della Resistenza, si ritrova ad ospitare un convegno di organizzazioni che, in un momento di crisi, fondano la loro politica istigando all’odio e amplificando inaccettabili discriminazioni razziali, sessuali e religiose». Il sindaco scrive «ancora una volta» perché appena nel 2009 il capoluogo lombardo si ritrovò a dover ospitare un altro meeting di gruppi neofascisti invitati, sempre al chiuso di un hotel, da Forza Nuova. L’incontro fu anticipato dalle polemiche sull’atteggiamento assunto dall’allora sindaco Letizia Moratti: «Se le manifestazioni sono manifestazioni di idee, e non diventano un problema di ordine pubblico diceva Moratti non me la sento di intervenire. Siamo in una città in cui ciascuno deve poter esprimere le proprie opinioni».
Pisapia affida il suo pensiero alla rete internet: «Auspico fortemente che sia oggi che in futuro, a fronte di eventi simili, venga effettuato ogni necessario ed approfondito controllo da parte delle autorità competenti dell’avvenuto rispetto della Legge Mancino», che punisce le discriminazione di tipo razziale, etnico e religioso.
IL MINISTRO INTERVENGA
«Mi riconosco nelle parole espresse dal sindaco», commenta Emanuele Fiano, responsabile forum Sicurezza del Partito democratico, che ieri ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri: «Chiederò di sapere se sussistano i presupposti di salvaguardia dell’ordine pubblico per lo svolgimento di tale manifestazione. Ovviamente aggiunge il deputato a posteriori sarà necessario verificare se nel corso di tale incontro verranno commessi reati ascrivibili alla legge Mancino o altri legati all’apologia di fascismo».
L’Anpi si dice «indignata». L’associazione nazionale dei partigiani non nasconde la propria preoccupazione per il «rifiorire di formazioni neofasciste e neonaziste in Europa». Un’onda, aggiungono i partigiani, «cresciuta trasversalmente da Est a Ovest». Magari in modo diverso da Paese a Paese, ma con scelte simili «da parte dei partiti o movimenti di scagliarsi, in primo luogo, contro un nemico esterno, di volta in volta identificato nei rom, nei gay, negli ebrei, nei musulmani o negli stranieri in genere».
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