“Cinquanta cani lasciati morire in un mese” le carte della Asl che accusano Green Hill

Il contenuto delle ispezioni nell’allevamento di beagle destinati alla vivisezione. Oggi a Montichiari nuova protesta degli animalisti 

Il contenuto delle ispezioni nell’allevamento di beagle destinati alla vivisezione. Oggi a Montichiari nuova protesta degli animalisti 

MONTICHIARI — Centinaia di cani morti. Altrettanti detenuti abusivamente. Carcasse animali mai identificate e acque contaminate. Sono i segreti di Green Hill, l’allevamento di cani da laboratorio di cui le associazioni animaliste chiedono da tempo la chiusura. A far luce su quello che accade nella struttura di Montichiari — dove vengono allevati fino a 2.500 beagle destinati alla sperimentazione — sono dei documenti ufficiali dell’Asl di Brescia (Dipartimento di prevenzione veterinario). Si tratta di verbali finora sconosciuti — Repubblica ne è entrata in possesso e li pubblica per la prima volta — , nei quali si dà conto di ispezioni effettuate dai funzionari dell’azienda sanitaria. Che, in più casi, hanno sanzionato i responsabili dell’allevamento per gravi irregolarità e inadempienze.
Lo spaccato più sconcertante che viene a galla riguarda proprio i decessi dei cani: spesso non registrati all’Anagrafe canina, e avvenuti in circostanze tutt’altro che chiare. Centosessanta cani morti nei cinque capannoni tra 2009 e 2010. Cinquanta in un solo mese. Stando alle carte dell’Asl, si scopre non solo che nei libri obbligatori i beagle che smettono di vivere sono dei fantasmi; ma che negli stessi registri non vi è traccia — in più periodi — né di 450 cani detenuti — a questo punto abusivamente — né di esemplari ceduti ad aziende che collaborano con Green Hill. «Errori di distrazione»: li definiscono così i responsabili del servizio veterinario. Il che, adesso, solleva dubbi anche sulle ragioni per cui le stesse verifiche non siano mai state rese pubbliche. Nei capannoni dell’allevamento sono state rilevate inoltre «carcasse non identificate» (verbale del 31 maggio 2010), «temperature ambientali non a norma» (così scrive il ministero della Salute) e «presenza di acqua contaminata » (relazione marzo 2012).
Il coordinamento Fermare Green Hill (che manifesta oggi a Montichiari) è di nuovo sul piede di guerra. «La Asl parla di “errori di distrazione”? All’interno di questo allevamento — tuona Susanna Chiesa di Freccia 45, l’associazione difesa da Aldo Benato che chiede il commissariamento della stessa Asl da parte della Regione — la morte diventa un errore di distrazione!… ». «Green Hill — ragiona Massimo Tettamanti, criminologo forense anti-vivisezionista — è un insulto che non dovrebbe esistere neanche se fosse in regola con la legge e, a maggior ragione, che dovrebbe essere chiuso subito dato che non rispetta neanche i limiti di una legge permissiva come quella italiana». Sui misteriosi decessi dei cani dell’allevamento — certificati dai documenti dell’Asl — ieri è stata diffusa anche la notizia di una telefonata choc nella quale un dipendente di Green Hill, registrato a sua insaputa, parla dell’eliminazione dei beagle inadatti alla sperimentazione

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