ON LINE Le controculture digitali all’Aquila
Dalla condivisione alla critica dei social network e alla tutela della privacy Hanno scandito l’attitudine critica verso la «rivoluzione digitale». Da quindici anni l’hackmeeting è il momento durante il quale le «controculture digitali» fanno il punto sullo stato dell’arte, evidenziando al tempo stesso percorsi e esperienze tese a dare corpo e sostanza alla condivisione del sapere e della conoscenza, da sempre stella polare dell’attitudine hacker.
ON LINE Le controculture digitali all’Aquila
Dalla condivisione alla critica dei social network e alla tutela della privacy Hanno scandito l’attitudine critica verso la «rivoluzione digitale». Da quindici anni l’hackmeeting è il momento durante il quale le «controculture digitali» fanno il punto sullo stato dell’arte, evidenziando al tempo stesso percorsi e esperienze tese a dare corpo e sostanza alla condivisione del sapere e della conoscenza, da sempre stella polare dell’attitudine hacker. Quest’anno l’hackmeeting ha scelto l’Aquila come città-simbolo di un mondo espropriato da uno «stato di emergenza nazionale» che vuole plasmare la ricostruzione secondo i dettati del libero mercato; ma l’Aquila è anche uno spazio sociale, relazionale che può essere ricostruito ponendo le basi per un superamento dei rapporti sociali dominanti. Una scelta politica, dunque, come è normale per un appuntamento che non ha mai nascosto la sua alterità rispetto i poteri forti. Ma la politicità dell’hackmeeting non è data da proclami, bensì da una prassi che alterna elaborazione e esperienza «liberatorie». Il punto di partenza è dato dalla pervasività dei social network e dal venire meno del confine tra digitale e realtà al di fuori lo schermo. La rete, la tecnologia informatica sono diventate presenze stabili nella vita associata. Sono usate da milioni di uomini e donne, cambiando così la comunicazione sociale. Eppure quella «scatola nera» che i fratelli e sorelle maggiori degli attuali hacker volevano aprire per diffondere conoscenze saldamente nelle mani dei «sacerdoti della tecnica» rimane ancora chiusa, intelleggibile ai molti che ogni giorno sono connessi alla Rete. Il problema, allora, è continuare a cercare di aprire quella scatole nera, analizzando tuttavia temi e argomenti che la grande trasformazione digitale pone. La privacy, ovviamente, ma anche l’espropriazione dei dati personali, impacchettati e venduti come merci. Ma anche la revisioni continua delle leggi sulla proprietà intellettuale che legittimano l’enclosures del sapere da parte delle grandi major della Rete, dell’industria culturale e dell’intrattenimento. E quest’ultimo anno è stato il periodo dell’apogeo della lotta di Wikileaks contro il segreto di stato. Ma sono stati anche i mesi della sua crisi; della notorietà di Anonymous e della sua presenza a fianco dei movimenti sociali. Questo lo sfondo della quindicesima edizioni dell’hackmeeting, che da oggi fino al primo luglio cercherà di diffondere il virus della condivisione nella città ferita dal terremoto. Il programma completo è consultabile nel sito Internet: it.hackmeeting.org
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