La Fornero: “Il lavoro non è un diritto”

Gaffe del ministro che poi si corregge: “Bisogna conquistarsi il posto”   

Gaffe del ministro che poi si corregge: “Bisogna conquistarsi il posto”   

ROMA — La “maestrina”, come la chiamano i suoi detrattori, ha smesso di piangere. Elsa Fornero, ministro del Lavoro, non si commuove più. Sette mesi sulle barricate per imporre e difendere, più o meno contro tutti, le sue riforme su pensioni e lavoro, l’hanno rafforzata, eccome. Elsa Fornero non ama le mediazioni, i chiaroscuri, i compromessi, le ambiguità. Nemmeno nel linguaggio. E non è sempre un bene. Ieri l’ha detta grossa al Wall Street Journal, il giornale finanziario che l’aveva sbeffeggiata sostenendo che aspettarsi qualche effetto dalla sua riforma del mercato del lavoro sarebbe come pensare «di svuotare il Lago di Como con mestolo e cannuccia». Così davanti ai due cronisti del giornale americano (secondo l’Espresso quelli italiani non li leggerebbe più) ha detto che «il lavoro non è un diritto, va guadagnato, anche con il sacrificio ». Idea assai tranchant e anche molto anti-costituzionale perché l’articolo quattro della Carta del ’47 recita che «la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto». Proprio per questo c’è il ministro del Lavoro. E proprio sul ministro si è scatenata la nuova bufera, nel giorno in cui è arrivata in porto la riforma e nel giorno in cui quasi un interno quartiere romano è stato blindato per impedire che circa duecento manifestanti si avvicinassero all’auditorium dove era in programma l’intervento del ministro. Lancio di uova, pomodori, fumogeni e pessimi slogan: “Ministra- killer di diritti dei salariati”. Poi è arrivata la precisazione del ministero: «Il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione, è riconosciuto dalla nostra Costituzione. Nell’intervista si faceva riferimento alla tutela del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro ». E il quotidiano metteva nell’edizione on line la trascrizione dell’intervista nella quale effettivamente il ragionamento della Fornero è più articolato: «Anche i giovani devono sapere che un lavoro non è qualcosa che spetta per diritto ma qualcosa che si conquista». Troppo tardi. Tanto che in serata da Bruxelles il premier Mario Monti rispondeva alle domande dei giornalisti per
confermare la sua fiducia al ministro. «Certamente la confermo», ha detto aggiungendo però di non avere letto l’intervista. Che, invece, ha scatenato Antonio Di Pietro, la Lega, e la sinistra extraparlamentare. Durissimo anche un commento su Famiglia cristiana dal titolo: «Fornero, tra gli esodati anche i diritti». E mercoledì in Parlamento arriva il voto sulle mozioni di sfiducia individuale alla Fornero presentate da Lega e Idv.

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