La scena alternativa

TEATRO IN CARCERE
La formula Teatro in carcere, rinvigorita dal recente exploit di Cesare deve morire dei fratelli Taviani girato a Rebibbia, da anni trova casa in Toscana. Uno spazio «aperto» a vari livelli, progetto tecnico istituzionale, artificio estetico, impianto «educativo», meccanismo festivaliero o più semplicemente esperienza formativa, fertilizzato dalla Regione che lo sostiene anche economicamente, e amplificato dal lavoro decennale di Armando Punzo a Volterra con la Compagnia della Fortezza.

TEATRO IN CARCERE
La formula Teatro in carcere, rinvigorita dal recente exploit di Cesare deve morire dei fratelli Taviani girato a Rebibbia, da anni trova casa in Toscana. Uno spazio «aperto» a vari livelli, progetto tecnico istituzionale, artificio estetico, impianto «educativo», meccanismo festivaliero o più semplicemente esperienza formativa, fertilizzato dalla Regione che lo sostiene anche economicamente, e amplificato dal lavoro decennale di Armando Punzo a Volterra con la Compagnia della Fortezza. Così non è un caso se la prima rassegna nazionale sul teatro in carcere, Destini incrociati, si svolge in Toscana, quattro giorni (da oggi a sabato) inseriti fra gli istituti penitenziari di Sollicciano a Scandicci e La Dogaia a Prato (dove vanno in scena gli spettacoli dei detenuti) più un extra moenia di incontri, mostre, filmati, conferenze, acceso a Firenze (cinema Odeon) e Lastra a Signa (Teatro delle Arti e Spedale di Sant’Antonio). Pilotata da Gianfranco Capitta, Sergio Givone, Vito Minoia e Valeria Ottolenghi, con la direzione organizzativa Gianfranco Pedullà, l’iniziativa fa emergere quella vivace «alternativa» teatrale che pullula nelle nostre carceri, dal 2011 confluita in un coordinamento nazionale di cui fanno parte più di 30 gruppi sparsi su tutta la penisola. Da qui la scelta itinerante della rassegna che, dopo la Toscana, toccherà ogni anno una diversa regione.
In scaletta, fra gli altri, Teatro Libero di Rebibbia, Centro europeo di teatro e carcere di Milano, Maniphesta Teatro di Napoli, Teatro popolare d’arte di Prato, Krill Teatro di Firenze, Stalker Teatro di Torino, Teatro dei Venti di Castelfranco Emilia, Accademia della Follia di Trieste con un intervento di Giuliano Scabia, Laboratorio di Pistoia, più i progetti degli istituti di Lecce, Venezia e del carcere minorile Malaspina di Palermo.
Tutto su www.intoscana.it/teatroincarcere gabriele rizza

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