ATTENTI AL PEGGIO

Il primo turno delle elezioni legislative in Francia è andato bene per la sinistra di Francois Hollande; ma l’editoriale di Le Monde ieri aveva questo titolo: «L’astensione, questo male che corrode la nostra democrazia». Scrive il quotidiano parigino: «In questo scrutinio del 10 giugno vi è tuttavia un grosso punto nero per Francois Hollande, come per tutti i democratici, ed è il livello estremamente elevato dell’astensione. Più di due francesi su cinque (il 42,7% degli iscritti) non ha votato».

Il primo turno delle elezioni legislative in Francia è andato bene per la sinistra di Francois Hollande; ma l’editoriale di Le Monde ieri aveva questo titolo: «L’astensione, questo male che corrode la nostra democrazia». Scrive il quotidiano parigino: «In questo scrutinio del 10 giugno vi è tuttavia un grosso punto nero per Francois Hollande, come per tutti i democratici, ed è il livello estremamente elevato dell’astensione. Più di due francesi su cinque (il 42,7% degli iscritti) non ha votato».
Questo mal sottile della democrazia non è solo francese: avanzo l’idea che è anche italiano ed europeo. Un male profondo della democrazia, al quale non diamo ancora la dovuta attenzione. Dall’astensione al voto di massa per un leader populista e di destra il passo non è lungo.
La crisi della democrazia è la crisi della politica, che investe tutta l’Europa ed è, a mio parere, più grave della attuale gravissima crisi economica, che peraltro (come sempre nel passato) alimenta e porta ad esplosione la crisi politica. Su questo punto interviene, sempre ieri e sull’Unità, Alfredo Reichlin. Quasi in convergenza con Le Monde, scrive: «Ecco perché è così profonda la crisi della politica. I suoi errori e anche i suoi delitti sono innegabili, ma al fondo se la politica sembra che non serva più a niente la ragione è che essa si muove in un vecchio orizzonte e non capisce che la scena è occupata da nuovi attori. Si è creata, nella crisi, una nuova umanità che esprime nuove domande di senso e di rispetto per la propria vita e che non si sente più rappresentata dal vecchio sistema politico».
Siamo a un punto in cui l’intreccio di crisi economica e crisi politica mette a serio rischio la democrazia e porta all’esaltazione del primo leader populista, come peraltro è accaduto in Italia e in Germania al seguito della grande crisi del ’29. Grillo, in Italia, è soprattutto il segno del peggio che potrà accadere. La destra estrema potrebbe avanzare, soprattutto se noi continuiamo ad occuparci di eventi occasionali e non guardiamo alla grande ombra che cresce e minaccia di sovrastarci. Non dobbiamo dimenticare che le grandi crisi di solito non hanno buon esito.
Quindi prudenza e massima attenzione. O diamo nuove e serie motivazioni a chi oggi si astiene dal voto, troviamo il modo di renderli parte attiva per uscire dalla attuale e molto seria crisi, oppure dovremo rassegnarci al peggio. In Italia ne abbiamo avuto esperienza.

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