Fornero a Trento, scontri tra polizia e manifestanti

TRENTO — Il volantino di «Welcome Fornero» girava già  giovedì, giorno dell’inaugurazione del Festival dell’Economia, e prometteva azioni di protesta. Il messaggio era chiaro: a Trento il ministro del Lavoro non sarebbe stata la benvenuta. Ieri circa 200 manifestanti si sono scontrati con gli agenti in tenuta anti-sommossa. Bilancio del vicequestore aggiunto Salvatore Ascione: quattro cariche e un ferito. Ma soprattutto disturbo alla quieta routine del Festival che richiama economisti, premi Nobel, studenti e gente comune, per discutere quest’anno di lavoro, disoccupazione giovanile, pensioni e debito pubblico.

TRENTO — Il volantino di «Welcome Fornero» girava già  giovedì, giorno dell’inaugurazione del Festival dell’Economia, e prometteva azioni di protesta. Il messaggio era chiaro: a Trento il ministro del Lavoro non sarebbe stata la benvenuta. Ieri circa 200 manifestanti si sono scontrati con gli agenti in tenuta anti-sommossa. Bilancio del vicequestore aggiunto Salvatore Ascione: quattro cariche e un ferito. Ma soprattutto disturbo alla quieta routine del Festival che richiama economisti, premi Nobel, studenti e gente comune, per discutere quest’anno di lavoro, disoccupazione giovanile, pensioni e debito pubblico.
La protesta è partita ieri pomeriggio prima delle cinque davanti all’auditorium Santa Chiara, dove un’ora e mezza più tardi sarebbe arrivato il ministro. Esponenti del centro sociale Bruno hanno cercato di forzare il cordone della Celere, che si è trovato stretto tra due gruppi di manifestanti. Dalla parte opposta infatti premevano gli anarchici (con casco e manganelli) venuti da Rovereto, a cui si sono trovati mischiati alcuni militanti dei Cobas, muniti di bandiere, fischietti e petardi. La manifestazione dei Cobas era autorizzata. La Celere ha reagito a più riprese e disperso i manifestanti. Secondo momento di tensione in via Piave, accanto all’auditorium. È intervenuto anche il questore di Trento Giorgio Iacobone, che ha parlato con i rappresentanti dei Cobas.
La protesta si è poi spostata in piazza Duomo, dove era possibile seguire l’intervento del ministro Fornero da un maxischermo. Un gruppetto di anarchici vi ha lanciato contro un paio di uova, il collegamento si è interrotto per un po’, ma poi ha ripreso a trasmettere l’incontro.
Era dal 2007 che il Festival non ricordava proteste simili. Allora ospite a Trento c’era Romano Prodi in veste di presidente del Consiglio e il dissenso era quello del comitato No Dal Molin. Lo scorso anno la partecipazione del ministro Roberto Maroni, che parlava di immigrazione, filò liscia. Ieri, invece, la tensione era alta. Tra gli striscioni dei manifestanti anche lo slogan: «La rabbia sociale ve la faremo pagare».
Fornero ha cominciato il proprio intervento sui «Confini sociali dell’insicurezza» visibilmente emozionata, come lei stessa ha ammesso: «Sapevo sarebbe stato difficile venire qui — ha detto alla platea (oltre 2 mila persone) —. L’ultima cosa che voglio è creare problemi». I tafferugli in corso all’esterno dell’auditorium sono stati anche un’occasione per riflettere: «Credo sia parte di un modo democratico di vivere anche esprimere il dissenso — ha proseguito il ministro — però sempre in una logica di dialogo. Il governo è accusato di non sufficiente dialogo e magari in parte è vero. Certo la quantità di lavoro chiesta ai ministri è tanta. Però le riforme, oltre a farle, bisogna comunicarle». Ha poi proseguito riassumendo gli obiettivi e il percorso del ddl sul lavoro, in attesa dell’esame alla Camera, dopo il sì del Senato. Ha anche toccato la questione della patrimoniale non attuata dal governo. «In questo Paese manca un’anagrafe fiscale sul patrimonio — ha spiegato —. Dunque è facile che molti patrimoni sfuggano, mancano gli strumenti».
Questa mattina è atteso il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera. Anche per lui il comitato «Welcome Fornero» ha promesso azioni di disturbo, così come per l’altro ospite della mattinata, il viceministro del Lavoro Michel Martone.
Francesca Basso

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