Le bandiere che richiedono il ritorno a casa di esiliati e prigionieri politici baschi sono affisse praticamente su ogni balcone, le imponenti scritte che invocano “Amnistia” o la libertà dei cittadini imprigionati campeggiano su ogni muro della piccola cittadina della provincia dei Paesi Baschi di Biscaglia, Ondarroa.
Le bandiere che richiedono il ritorno a casa di esiliati e prigionieri politici baschi sono affisse praticamente su ogni balcone, le imponenti scritte che invocano “Amnistia” o la libertà dei cittadini imprigionati campeggiano su ogni muro della piccola cittadina della provincia dei Paesi Baschi di Biscaglia, Ondarroa.
È proprio di questo paese Xavier Aranburu uno dei due arrestati e presunti appartenenti all’organizzazione armata Eta (Euskadi ta Askatasuna) nell’operazione di domenica pomeriggio nello Stato francese. In uno dei ponti principali di Ondarroa è già stato affisso da ieri uno striscione che recita “Xabier Askatu” ovvero “Xabier libero”.
Qui ad Ondarroa tutti parlano in euskera e la poca segnaletica che traduce il nome delle città in castigliano è cancellata. Un paese che conta decine di arresti a seguito di operazioni della polizia che non hanno risparmiato la taverna del popolo della cittadina. Si avvicina l’orario dell’appuntamento e iniziano a girare i manifesti vietati per legge che vengono affissi illegalmente da due suoi compagni. I cittadini iniziano ad affollare con compostezza e metodicità, alle quali sono troppo abituati, la piazza, accerchiando il megafono posizionato sopra una macchina. Ancora una volta i cittadini del paese ascoltano la storia di un loro concittadino privato della libertà e gli porgono il loro omaggio e la loro vicinanza, rimanendo composti e in silenzio fino a che l’altoparlante non smette di parlare. La polizia ovviamente non si presenterà.
Dall’altra parte del Paese basco, a Baiona, fuori dal commissariato, si erano ritrovati gli amici e i familiari dell’altro prigioniero politico Oroitz Gurrutxaga. I presenti, come riporta invece il quotidiano Gara sono stati fotografati e ripresi in video dalle forze di polizia. Oroitz sarebbe accusato di essere il responsabile militare di Eta, ma secondo alcuni analisti il ruolo che viene affibbiato al giovane sarebbe funzionale a giustificare altre detenzioni avvenute negli anni passati.
In serata poi si commenteranno le affermazioni del ministro degli Interni dello Stato spagnolo, Jorge Fernandez Diaz, secondo il quale Eta si dissolverà “o con le buone o con le cattive”. Il ministro non ha risparmiato attacchi alla sinistra indipendentista, rea – a suo giudizio – di aver solidarizzato con i due detenuti.
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