Premiato il Cile contro Pinochet

Quinzaine / FINALE AFFIDATO ALLA COMMEDIA «CAMILLE REDOUBLE» Emozioni a ritroso nel tempo 

Quinzaine / FINALE AFFIDATO ALLA COMMEDIA «CAMILLE REDOUBLE» Emozioni a ritroso nel tempo 
Stasera conosceremo la Palma d’oro del presidente Nanni Moretti e della sua giuria, ieri invece si è chiusa la Quinzaine des Realisateurs, che per la serata finale ha scelto Camille redouble di Noemie Lvovsky, a conferma di una selezione intelligente, con cui il nuovo curatore artistico Edouard Waintrop ha vinto la sua scommessa. Premiato, inoltre, No di Larrain, pellicola del Cile contro Pinochet. Buoni film, sale stracolme, una bella corrispondenza col pubblico, clima rilassato e festoso, in sintonia con le origini della sezione, nata in contrappunto all’ufficialità.

Camille, la protagonista a cui Lvovoky, anche attrice del suo film sa dare la l gamma di tonalità tra umorismo e tenerezza, è una quarantenne con deriva alcolica, un po’ sfigata, il compagno di sempre l’ha lasciata per un ragazza più giovane, la figlia ventenne la compatisce, la carriera di attrice è catastrofica. La sera di capodanno al party di una vecchia amica, quando suona la mezzanotte Camille sviene e si risveglia negli anni Ottanta dei suoi sedici anni. Ritrova i genitori, le amiche del liceo, il grande amore che sarà poi il marito traditore, mantenendo la consapevolezza di quanto è accaduto nel futuro. Il suo corpo è di una quarantenne ma le amiche e i professori le parlano come se fosse adolescente … Peggy Sue si è sposata , uno dei film più belli di Francis Fortd Coppola, è il riferimento esplicito di Lvovsky, che riprende la macchina del tempo sentimentale, facendone quasi un racconto di formazione all’inverso.

Camille è adulta e non potrà cambiare il destino, anche se cerca di sfuggire al grande amore della sua vita, l’uomo che la lascerà e la farà soffrire, tutto accade come è stato allora, il primo bacio e fare l’amore la prima volta. Nella trama del tempo però Camille ritrova altre cose, la madre e il padre che sono morti, le amiche, la leggerezza e la curiosità che gli anni hanno usurato, cancellate dalle frustrazioni e dai rimpianti. Il set della sua vita è tutto là, Camille/Lvovsky ne cura amorevolmente la disposizione, le apparizioni degli amici – da Jean Pierre Leaud, irresistibile orologiaio magico a Mathieu Amalric, Denis Podalydes – e le fantasie. Nel lettino della sua stanza di adolescente, piena di poster punk ritrova le confidenze sussurrate con le amiche tra mille sigarette, i sogni del futuro, piani di fuga e salti nel vuoto di una ribellione allegra, dove tutto ancora deve accadere. E intanto libera le fantasie di adolescente scatenata, che corre dietro ai ragazzi sulla pista degli allenamenti, li bacia con una sensualità che li spaventa, sfacciata fa la corte al professore di fisica, l’unico a cui confida, vista la sua conoscenza delle teorie quantistiche, cosa le è accaduto. Dandogli appuntamento di lì a trent’anni … E se ciò che è accaduto non si può cambiare, ci sono piccoli accorgimenti che aiutano, Camille registra la voce dei genitori, per poter sentire ancora nel futuro il tono dolce della madre, anch’esso sfumato nella memoria, e quella strana spensieratezza ritrovata si fonde in una malinconia che piano piano cancella quei rimpianti. Forse la vita a venire non è così male? O semplicemente è, e ci sono cose di cui è stata felice? Nel gioco temporale, Camille è il demiurgo, conosce già i fatti, le parole, i gesti, i dolori, a ciascuno può dire cosa gli accadrà negli anni a venire. Il suo dialogare straniato, all’opposto di qualsiasi effetto di verosomiglianza produce l’umorismo della commedia – sostenuto dalla scrittura perfetta di Lvovsky – «Come è il 2008?», le chiede il prof di fisica. «Negli Stati uniti c’è un presidente african american», risponde lei. Però non tutto si ripete uguale, ci sono imprevisti, sorprese, ma non è questo anche il cinema? Dove il regista non può prevedere ogni cosa e quell’inatteso è un momento di magia che cambia la visione del mondo. Fa molto ridere Camille redouble , e commuove, Ma non per un effetto nostalgia, al contrario, l’adolescenza viene raccontata come un’età faticosa – «Avevo dimenticato quanto è orribile questa età», esplode Camille di fronte ai commenti su tette e culo piatto delle amiche. È invece il sentimento della vita, che è il protagonista, scorre, fa male, e anche rende ogni piccolo dettaglio unico e prezioso.

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