I 5 Stelle e le insidie del trionfo sul web invasione di neogrillini “Via da qui i funghi velenosi”

Il comico: noi a Roma nonostante le bombe   

Il comico: noi a Roma nonostante le bombe   

PARMA – Un risveglio ansioso dopo la sbornia felice. «Gli squali stanno attaccando! Non facciamo i pesciolini!», «Bisogna serrare i ranghi, fare pulizia, esigere chiarezza, restare uniti!», «Dobbiamo essere perfetti, inattaccabili, coerenti!». Nelle piazze virtuali del MoVimento 5 Stelle corre un brivido di allarme, un grido di “aux armes les citoyens”, insolito per chi ha appena trionfato nelle urne. Ma può capitare a chi vince la guerra di perdere la pace, e ad una settimana dalla vittoria nella “piccola Stalingrado” di Parma il mondo grillino si rende conto di avere sbandato pericolosamente, per gioia ed euforia.
Bisogna archiviare al più presto le scintille esplose fra il neo-sindaco di Parma e “lo staff” di Beppe Grillo su chi sceglie il city manager del Comune, lo sgradevole conflitto sul nome di Valentino Tavolazzi, il “ripudiato”, già scomunicato dal tribuno genovese, che ora si scopre essere stato al fianco del neosindaco per buona parte della campagna elettorale. Bisogna ricucire in fretta la faglia che ha spaccato in due l´opinione grillina e svelato a molti degli stessi attivisti l´esistenza di una figura di un “decisore” al fianco di Beppe Grillo: il potente guru del Web Gianroberto Casaleggio (sul cui ruolo il Pd, intravedendo un tallone d´Achille nel rivale politico, già spara a zero). Indossando ieri la sua prima fascia tricolore e la sua prima cravatta, Federico Pizzarotti ci prova con diplomazia: «La Casaleggio associati, attraverso il suo blog, ci ha dato la possibilità ricevere curricula per la selezione del direttore generale. Certo la modalità con cui è stata svolta l´operazione è migliorabile…».
Per serrare le fila in fretta, però, il modo migliore è suonare l´allarme generale, la mobilitazione di popolo contro un nemico potente. E a questo ha provveduto, con un paio di messaggi sul blog, Grillo stesso. Primo allarme: attenti agli infiltrati, insidiosi «come le puttane sui viali». Secondo allarme: attenti ai segnali della nuova «stagione stragista», la bomba di Brindisi, il ferimento di Adinolfi nella sua Genova: «Nell´aria c´è odore di zolfo», scandisce il non-leader con prosa emotiva, e ipotizza una nuova strategia della tensione in chiave anti-grillina: «Nei momenti in cui il cambiamento si manifesta possibile, le forze che vogliono mantenere gli interessi costituiti, economici e politici, bussano alla porta con energia. Le bombe e gli attentati sono il loro biglietto da visita». Titolo perentorio del messaggio, preso in prestito da un Venditti d´annata: «Bomba o non bomba, arriveremo a Roma», canzone profetica: «racconta un´avventura che sembrava impossibile», conferma il cantautore, «un viaggio da Bologna e l´arrivo della democrazia a Roma… Grillo invece parte da Parma…».
Il richiamo alla patria stellata in pericolo fa effetto. Nel blog, le richieste di chiarimento sul caso che veniva già etichettato «Grillo-Casaleggio» quasi cessano. Al loro posto fioriscono appelli alla compattezza e dichiarazioni di fedeltà. Arrivare a Roma: i trionfatori delle urne di maggio s´accorgono che la vittoria è all´orizzonte, non dietro le spalle, si rammentano che lo slogan era “oggi a Parma domani a Roma”. Proprio a Roma, forse perché lì non si è votato, i cinquestelle sembrano averlo già chiaro in testa, e oggi alle 10 occuperanno con gazebo e picnic nientemeno che piazza Montecitorio, come per dire al palazzone: aspettaci, arriviamo.
Sì, ma come? Le dimensioni della vittoria sono enormi per la struttura di un movimento appena nato. A Parma, cinquecento attivisti portano a casa cinquantamila voti, la sproporzione è impressionante. «Non deve cambiare niente, sennò ci montiamo la testa», ammonisce da Bologna il consigliere regionale cinquestelle Giovanni Favia, considerato lo sponsor di Pizzarotti. Ammirevole, generoso lo slancio degli attivisti: l´altra sera erano più d´un centinaio («rispetto alla solita ventina») alla prima riunione dopo la vittoria, nella precaria sede di periferia, tre ore a selezionare temi per il programma, a reinventare da zero la democrazia diretta, cercando di non farsi scippare una speranza appena nata: «Siamo inesperti, ma non fessi». C´è una città da governare e poco tempo per pensare ad altro, «tra venti giorni dobbiamo presentare le linee programmatiche di mandato», taglia corto Giuseppe Carpentieri, presidente «ma senza poteri» di Parma in Movimento, la casa politica dei grillini in città: «quindi, alle elezioni politiche adesso non ci pensiamo proprio, pensiamo alla città». Ma fra meno di un anno si vota per il Parlamento… «E tutti voi scriverete: come hanno governato a Parma? Ecco cosa possiamo fare per il bene del movimento, lavorare bene qui». Non fa una grinza. Ma ci saranno comunque da scegliere centinaia di candidati al Parlamento, soprattutto bisognerà trovare il nome di un candidato premier, e quest´ultima è una decisione di quelle che può travolgere un movimento che ha per principio “uno vale uno” ma che ha già, sulla tolda del suo blog e dei suoi palcoscenici, uno che parla per tutti. «Lo sceglieremo dal basso, ce la faremo», ne è sicuro Antonio Giacon, quasi-sindaco a Budrio, nel bolognese. Ci sarà l´assalto al carro dei vincitori… «C´è già, eccome, ma i funghi velenosi che nascono in una notte li riconosce chiunque, e si scartano».
Ci vorranno buoni micologi, allora, a tempo pieno. Dopo il trionfo di Parma, una valanga di richieste di adesione si abbatte sul MoVimento. «Il mio profilo Facebook ha raddoppiato i contatti, trecentomila al mese», ammette Favia, «e a quel che so sta succedendo la stessa cosa ai forum ufficiali». Bisogna tenere a mente che, secondo il “Non-Statuto” di soli sette articoli, il MoVimento 5 Stelle «trova il suo epicentro» e ha la sua stessa sede in un sito Internet, il blog personale di Beppe Grillo, gestito dall´agenzia privata Casaleggio Associati, e che «l´adesione al MoVimento non prevede formalità maggiori rispetto alla registrazione ad un normale sito Internet». Insomma non ci sono tessere ma password, non ci sono iscritti ma utenti. E come si bloccano allora gli “infiltrati”? Chi penserà a filtrare la massa di entusiasti, o forse interessati, che bussa alle porte dei vincitori?
E soprattutto, chi selezionerà le candidature per le politiche del 2013? Sempre a norma di “Non-statuto”, l´unico requisito per proporsi è avere la fedina penale pulita: con questo criterio anche Berlusconi e Bersani potrebbero farsi avanti. «Servono regole più strette, noi abbiamo già le nostre», spiega Carpentieri, «se non ti presenti di persona e non fai attività, non sei dei nostri». «Deciderà la Rete, sceglieremo i migliori», ripetono fiduciosi gli attivisti. Ma la piattaforma elettronica certificata per la democrazia diretta, invocata da tempo dai militanti più attenti, non è mai stata approntata dai guru del Web che consigliano Grillo. Di certo c´è un fatto: potrà candidarsi solo chi ottiene il simbolo cinquestelle, e quel simbolo è, articolo 3, «contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d´uso dello stesso»: se lui dice no, è no.
Spaesati e irritati dai contrasti interni, i simpatizzanti online propongono referendum a raffica su ogni scelta controversa, sugli assessori di Parma, sui poteri dello “staff”, ma nessuno sa come si fa, un referendum in Rete. Non importa, ormai “Siamo in guerra”, come recita il titolo del manifesto “per una nuova politica” di Grillo-Casaleggio, «e la vinceremo: la Rete è dalla nostra parte».

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