">

Cosa diavolo succede nel Vaticano dei veleni

Vaticanleaks • Arrestato l’aiutante di camera del papa: trafficava in carte riservate. L’altro giorno la cacciata del “banchiere di dio” Gotti Tedeschi. Dopo anni di lotte, l’Oltretevere sta implodendo

Vaticanleaks • Arrestato l’aiutante di camera del papa: trafficava in carte riservate. L’altro giorno la cacciata del “banchiere di dio” Gotti Tedeschi. Dopo anni di lotte, l’Oltretevere sta implodendo

ROMA. La Gendarmeria ferma Paolo Gabriele, il «maggiordomo» che dal 2006 ha completo accesso agli appartamenti di Ratzinger: in casa una quantità di documenti riservati. La cacciata del capo dello Ior, colpevole di aver boicottato l’acquisto del San Raffaele Arrestato il «corvo», cacciato il banchiere. La guerra fra bande che da tempo si combatte nel palazzi vaticani, e che ha abbondantemente varcato il confine del colonnato del Bernini, tocca i piani più alti della Santa sede e raggiunge i massimi livelli dello scontro, facendo correre a ritroso la memoria all’epoca di Marcinkus.

Giovedì il licenziamento in tronco del presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi. Ieri la notizia, comunicata ufficialmente dalla sala stampa vaticana, dell’arresto del «corvo», ovvero uno dei responsabili – molto probabilmente non l’unico – della fuoriuscita di documenti riservati dalla Segreteria di Stato e dalle stanze papali, il cosiddetto Vaticanleaks , comprese alcune lettere private indirizzate a Ratzinger e al suo segretario finite sugli organi di stampa e nel libro di Gianluigi Nuzzi Sua Santità , appena pubblicato. Il colpevole, secondo il tradizionale copione dei gialli, sarebbe il maggiordomo, ovvero l’aiutante di camera del papa, Paolo Gabriele, un laico che dal 2006 ha libero accesso agli appartamenti di Ratzinger, tratto in arresto dalla Gendarmeria e interrogato dai magistrati vaticani. Nella sua abitazione in Vaticano, dove abita con la famiglia, sarebbe stata trovata una grande quantità di documenti riservati. Dalla sala stampa non arrivano conferme sul nome e padre Federico Lombardi, il portavoce del pontefice, si limita a dire che l’indagine interna «ha permesso di individuare una persona in possesso illecito di documenti riservati». E c’è chi sospetta che possa trattarsi anche di un capro espiatorio per salvare qualcun altro. C’è poi la questione dello Ior, la banca vaticana, che assume un rilievo politico-economico sicuramente maggiore.

Con una decisione improvvisa, giovedì pomeriggio il Consiglio di sovrintendenza dello Ior ha allontanato il presidente della banca del papa, Ettore Gotti Tedeschi, aderente all’Opus Dei e assai vicino a Giulio Tremonti, nominato meno di tre anni fa: «Questo Consiglio ha adottato una mozione di sfiducia del presidente Gotti Tedeschi e ha raccomandato la cessazione del suo mandato», si legge nel comunicato, insolitamente duro e privo dei ringraziamenti di protocollo, diramato dalla Sala stampa vaticana e pubblicato integralmente dall’ Osservatore romano . La guida dell’Istituto «ha destato progressiva preoccupazione nel Consiglio e, nonostante ripetute comunicazioni al presidente, la situazione è ulteriormente deteriorata». Inevitabile, quindi, il licenziamento in tronco «per mantenere la vitalità» dello Ior. «Il Consiglio adesso guarda avanti, al processo di ricerca di un nuovo ed eccellente presidente, che aiuterà l’Istituto a ripristinare efficaci e ampie relazioni con la comunità finanziaria, basate sul mutuo rispetto di standard bancari internazionalmente accettati». A volere la cacciata di Gotti Tedeschi, anche se il Consiglio di sorveglianza ha ovviamente smentito, pare essere stato il cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, che pure nel settembre 2009 lo aveva fortemente voluto alla presidenza dello Ior, licenziando anzitempo il suo predecessore Angelo Caloia.

Due i motivi principali di scontro: la normativa antiriciclaggio richiesta dall’Unione europea alla banca vaticana e la questione dell’ospedale San Raffaele di Milano. Ai tempi del fallimento dell’ospedale di don Verzé, Bertone voleva infatti mettere le mani sul San Raffaele, che sarebbe stato, nelle sue intenzioni, punta di diamante di un polo sanitario vaticano comprendente anche il Policlinico Gemelli e il Bambin Gesù. Per portare a termine l’operazione e rilanciare sull’offerta da 405 milioni di euro di Giuseppe Rotelli, il re della sanità privata lombarda che ha poi acquistato il San Raffaele, Bertone aveva però bisogno, oltre ai soldi dell’amico imprenditore Vittorio Malacalza, anche di quelli dello Ior. Che Gotti Tedeschi gli negò, bocciando un acquisto giudicato troppo rischioso, avendo dalla sua parte anche esponenti di punta della Curia vaticana (il cardinal Attilio Nicora) e della Chiesa italiana, come i cardinali Bagnasco, Ruini e Scola. Il secondo sgambetto di Gotti Tedeschi a Bertone è tutto di natura finanziaria. Per inserirlo negli stati virtuosi in materia di antiriciclaggio, l’Unione europea ha infatti chiesto al Vaticano una legislazione più stringente e trasparente. Gotti Tedeschi – che frattanto era finito sotto inchiesta dalla Procura di Roma nel dicembre 2010 proprio per violazione delle norme antiriciclaggio da parte dello Ior, che allora si vide bloccati 23 milioni di euro relativi a due operazioni «sospette» -, insieme a Nicora (presidente dell’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria vaticana), nel dicembre 2011 avrebbero emanato una normativa piuttosto rigida e anche retroattiva. Forse troppo, secondo Bertone, che infatti a gennaio la fece emendare, allargando le maglie e privando l’Aif di diversi poteri di ispezione (tanto che la finanziaria Usa JpMorgan subito dopo preferì chiudere il conto dello Ior, per non correre rischi). Nelle prossime settimane, comunque, arriveranno le valutazioni dei tecnici di Strasburgo e si capirà meglio da che parte è la ragione. Da parte sua il dimissionato Ettore Gotti Tedeschi tace, ma fa capire chiaramente che in Vaticano si sta combattendo una guerra fratricida: «Preferisco non parlare, altrimenti dovrei dire solo brutte parole».

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password