Perde quota il «folle isolato»

BRINDISI. LE INDAGINI · Nuova ipotesi: almeno due i killer in azione 

BRINDISI. LE INDAGINI · Nuova ipotesi: almeno due i killer in azione 
Sembra perdere consistenza l’ipotesi che dietro l’attentato alla Morvillo-Falcone ci sia il gesto isolato di un folle. Un’altra giornata di indagini e di interrogatori ha permesso infatti agli investigatori di mettere a punto una ricostruzione diversa di quanto accaduto sette giorni fa davanti all’istituto professionale di Brindisi, e la nuova versione vede in azione almeno due killer. Il primo che trasporta il cassonetto con all’interno le bombole che, secondo la ricostruzione fatta, peserebbero almeno cento chili. E il secondo che, invece, avrebbe avuto il compito di sorvegliare la strada, allertando il complice in caso di pericolo. Un’operazione compiuta almeno 30-40 minuti prima che il killer azionasse il telecomando. Ci sono infatti altre immagini che lo ritraggono sempre accanto al chiosco dei panini alle 7,15, trenta minuti prima dell’esplosione, intento a controllare il cassonetto con l’ordigno. Per adesso si tratta solo di una supposizione, ma sembra convincere abbastanza gli inquirenti. A spingere per l’ipotesi dei due killer è soprattutto la mancanza di testimoni. Escluso ormai definitivamente che il cassonetto utilizzato dagli attentatori sia uno di quelli impiegati a Brindisi per la raccolta dei rifiuti, chi lo ha portato davanti alla scuola ha necessariamente dovuto usare un mezzo per avvicinarsi il più possibile all’istituto, per poi spingerlo a mano davanti al cancello della Morvillo-Falcone. Un’operazione se non proprio impossibile, certamente difficile per un uomo da solo. E il fatto che nessuno abbia notato niente, ragionano gli inquirenti, può spiegarsi in un solo modo: con la presenza di un complice che sorvegliava la strada.

La nuova versione apre scenari se possibile ancora più inquietanti sulla possibile matrice dell’attentato. Se il gesto di un folle poteva essere dettato da risentimento nei confronti della scuola, la presenza di un secondo uomo cancella questa ipotesi, rivalutando la pista legata a mafia o terrorismo. Anche la scelta del giorno non sembra casuale. Per l’intera settimana la mattina tra le sette e le otto le strade davanti e intorno alla scuola sono intensamente trafficate, al punto che quando il semaforo che si trova a pochi metri di distanza segnala rosso, davanti alla Morvillo-Falcone si formano lunghe file di auto. Scegliere un giorno qualunque della settimana per l’attentato avrebbe significato coinvolgere sicuramente anche quanti si fossero trovati a passare in quel momento in macchina. Non così il sabato, giorno in cui, come testimoniano abitanti e commercianti della zona, il traffico è scarso o quasi inesistente e lungo i marciapiedi è perfino raro trovare macchine parcheggiate. Un giorno perfetto per chi vuole essere sicuro di colpire solo la scuola e le sue studentesse. Ieri intanto Massimo Bassi, il papà di Melissa, ha chiesto e ottenuto un incontro con il magistrato titolare delle indagini, Milto De Nozza, al quale ha voluto esprimere la propria fiducia nello Stato e nel lavoro della magistratura.

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