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Scatta il diktat di Grillo a Pizzarotti “Stop al manager che io ho cacciato”

Lite sul direttore del Comune. I 5 Stelle di Parma: scelta nostra. Il leader rilancia l’idea di dar vita a “un euro debole tra noi Paesi del Sud Europa”  

Lite sul direttore del Comune. I 5 Stelle di Parma: scelta nostra. Il leader rilancia l’idea di dar vita a “un euro debole tra noi Paesi del Sud Europa”  

PARMA – Ed è subito scontro tra il tribuno cinquestelle di Genova e il suo trionfante sindaco di Parma. Federico Pizzarotti pensa di nominare un certo direttore generale per il Comune appena conquistato, e Beppe Grillo glielo stronca con poche righe implacabili sul suo blog: «Scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente». E perché? Perché quel possibile dirigente è uno scomunicato. Cacciato dal MoVimento 5 Stelle da Grillo in persona, il 5 marzo, sempre con un ukase via blog. Ma i grillini parmigiani tengono duro: «Scelta effettuata in piena autonomia».
Chi hanno eletto i parmigiani, Grillo o Pizzarotti? Le scintille dei giorni scorsi celavano dunque una tensione vera, che esplode in conflitto aperto. Il decreto di Grillo ha un titolo generoso: «La Rete non deve lasciare soli i sindaci del M5S». Pare una specie di ricerca di personale: «A Parma cerchiamo una persona con esperienza in gestione della macchina comunale, chi è interessato invii il curriculum a questa email». Peccato che il sindaco Pizzarotti abbia ormai trovata la persona giusta: Valentino Tavolazzi, ex dirigente d´azienda, già city manager a Ferrara. L´esperienza c´è. Problema: è in disgrazia. Presidente di Progetto per Ferrara, agguerrita lista civica, grillina della prim´ora, “autorizzata” da Grillo medesimo prima che nascesse il M5S. Poi però l´aveva ripudiata, e nel modo più gelido: con una diffida dei suoi avvocati a utilizzare ancora «nomi o marchi di proprietà del sig. Giuseppe detto Beppe Grillo». La colpa: aver simpatizzato per un´ala frondista del MoVimento che l´estate scorsa si autoconvocò a Rimini, e che aveva come punto di riferimento il consigliere regionale emiliano Giovanni Favia.
E Grillo non può accettare che rientri dalla finestra un ripudiato: «Ho saputo della autocandidatura (appoggiata da un consigliere del M5S dell´Emilia Romagna) di Valentino Tavolazzi. Ovviamente è una scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente. Mi meraviglio che Tavolazzi si ripresenti per spaccare il MoVimento 5 Stelle». Altro che offerta d´aiuto, è un veto dall´alto, è l´imposizione della volontà di un capo politico sulle scelte di amministratori eletti, roba che anche a molti commentatori dei blog grillini, che si spaccano di nuovo, ricorda le abitudini dei “partiti morti”.
Sconcerto oltre Appennino. Il primo a inquietarsi è il bersaglio vero della bordata: Favia, appunto. Che s´affretta a sfilarsi: «Tavolazzi non è stato appoggiato dai consiglieri, prego chi ha fornito questa falsa informazione allo staff del blog di dichiararsi e chiedere scusa, ed allo staff di verificare le informazioni che pubblica». Tavolazzi reagisce con durezza sul suo Facebook: «Autocandidatura? Siamo alle comiche. Non riconosco Beppe Grillo in quel post bugiardo». Tavolazzi si sente ancora un militante cinquestelle, è corso anche a Parma a sostenere Pizzarotti. «È lui che mi ha chiesto la disponibilità, e gliel´ho data». Pensa anche di sapere chi ce l´ha con lui: «Il MoVimento è nostro, e non di Casaleggio». “I Casaleggio”, alias “lo Staff”, è il gruppo di consiglieri più stretti di Grillo, consulenti per la Rete, da molti però accreditati di un ruolo “politico”. E da Roma il Pd affonda: «Grillo chiarisca quali sono i rapporti politici, finanziari ed economici che intrattiene con la Casaleggio Associati».
Dopo qualche ora di tensione, dal municipio in cui non è ancora ufficialmente insediato, Pizzarotti conferma: Tavolazzi «l´ha chiamato il M5S di Parma, il suo curriculum è uno dei tanti che abbiamo vagliato». L´atteggiamento ufficiale è soft, «buonissimi rapporti con Grillo», ma tra i neoeletti la botta è fortissima: «Beppe non doveva fare questo sgambetto alla prima giunta del MoVimento…». Alla fine la scelta è: resistere. Nel pomeriggio, il Movimento 5 Stelle di Parma dignitosamente respinge l´invasione di campo: «Valentino Tavolazzi è stato da noi contattato in piena autonomia in quanto persona di provata capacità e assoluta fiducia. Riconosciamo a Beppe Grillo il merito di non aver mai interferito nella selezione dei candidati, siamo certi che avremo il suo pieno sostegno nell´autonomia di una decisione». Il modo più diplomatico possibile per dire: caro Beppe, a Parma decidiamo noi. Per la rivoluzione grillina vittoriosa, un devastante debutto nelle istituzioni. Ma ieri il comico sbalordisce per un´altra trovata destinata a far discutere: «Facciamo un euro debole – propone a Euronews – noi del sud Europa, tra Greci, Spagnoli, Portoghesi. Abbiamo già perso il 30% della nostra economia da quando siamo entrati nell´euro».

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