I nuovi municipi

Si rischia di non capire niente delle elezioni amministrative, se le si riassume nella formula «ha vinto Grillo» oppure «Grillo contro Bersani» o anche, citando lo stesso ispiratore del Movimento 5 stelle, «dopo Stalingrado, Berlino». Quel che è avvenuto è che le galline in fuga (ricordate il bellissimo “Chicken run”, in cui le galline evadono da un pollaio-lager?) stanno ricostruendo i pollai a modo loro. Al plurale, pollai, perché non si desidera affatto metter su altri baracconi “nazionali”. Alla domanda «oggi Parma domani Roma?», il neosindaco di Parma, Pizzarotti, ha risposto «oggi Parma domani Parma».

Si rischia di non capire niente delle elezioni amministrative, se le si riassume nella formula «ha vinto Grillo» oppure «Grillo contro Bersani» o anche, citando lo stesso ispiratore del Movimento 5 stelle, «dopo Stalingrado, Berlino». Quel che è avvenuto è che le galline in fuga (ricordate il bellissimo “Chicken run”, in cui le galline evadono da un pollaio-lager?) stanno ricostruendo i pollai a modo loro. Al plurale, pollai, perché non si desidera affatto metter su altri baracconi “nazionali”. Alla domanda «oggi Parma domani Roma?», il neosindaco di Parma, Pizzarotti, ha risposto «oggi Parma domani Parma». Il fatto più interessante è che le affermazioni dei 5 stelle sono solo una parte della risposta che i cittadini quelli che hanno ancora voglia di votare, sempre meno – hanno cercato di dare al fallimento del sistema politico. Doria – come un anno fa Pisapia, De Magistris e Zedda – è stato il voto-rifugio dei genovesi oltre un Pd avvitato nelle sue faide interne. Petrangeli, il giovane eletto a Rieti dopo 18 anni di sindaci di destra, pur essendo iscritto a Sel, è stato percepito come quello dell’acqua pubblica nonché della difesa del territorio ecc. Laura Cavallotti, che ha vinto a Tradate, 18 mila abitanti in provincia di Varese, dopo 15 anni di sindaci leghisti, lo stesso. Perfino Orlando, a Palermo, è apparso “nuovo”, essendosi condidato contro tutti i partiti. Ma potendo la gente ha votato per chi proprio non c’entra: a Rivalta, cittadina vicino Torino e sulla traiettoria dell’alta velocità diretta in Val Susa, ha vinto un No Tav. Ovunque si sono cercate soluzioni il più possibile fuori dal cerchio magico tra partiti e poteri economici. Nel caso del Movimento 5 stelle, a fare da locomotiva è stata la notorietà di Grillo, così che a Mira, comune vicino Venezia, la lunga lotta cittadina contro autostrade e centri commerciali ha finito con il premiare il candidato dei 5 stelle, 26 anni, e non la lista dei comitati (che comunque hanno eletto un consigliere). La diga si è rotta in tre punti. Uno è generazionale: se i partiti sono gerontocratici, la spinta dei giovani, quelli che si sono formati nell’ultimo decennio tra i Forum sociali e Genova, tra il movimento per la pace e il referendum per l’acqua – doveva trovare uno sbocco altrove.

Come ha detto il nuovo sindaco di Rieti: «Una nuova generazione politica si è messa in cammino». La seconda frattura è culturale. Parma aveva puntato su “grandi opere” idiote, come l’inceneritore: ora, pare, avrà come assessore Paolo Berdini, tra i primi sostenitori del “consumo di suolo zero”. Ovvero: la percezione che un limite è stato superato, nell’uso del territorio, è talmente diffusa, da diventare comportamento elettorale, mentre in tutte le televisioni si sentono solo appelli indistinti alla “crescita”. Il grumo duro e vasto di interessi ha finito di imbrogliare la gente con la promessa dello sviluppo. La terza frattura riguarda il modo di fare politica. I cittadini vogliono democrazia comprensibile, trasparente, diretta, vogliono sapere e partecipare. Da molti anni un c’è chi sostiene – tra i motteggi della “sinistra” che la via per ricostruire la democrazia passa per i territori, le comunità, i municipi. Ora sta avvenendo.

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