Adinolfi: anarchici, il salto di qualita'

Il ministro: rivendicazione del Fai è attendibile Severino, sono molto preoccupata anche io

TORINO  - "Il rischio escalation esiste, è una situazione che richiede molto rigore. Molta attenzione, bisogna lavorare". Lo ha detto, arrivando al Salone del Libro di Torino dove partecipa ad un incontro su Falcone e Borsellino, il ministro Anna Maria Cancellieri in merito all'attentato a Roberto Adinolfi, ad di Ansaldo Nucleare, a Genova.

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Adinolfi, Cancellieri: ‘Esiste rischio escalation’

Adinolfi: anarchici, il salto di qualita'

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Il ministro: rivendicazione del Fai è attendibile Severino, sono molto preoccupata anche io

TORINO  – “Il rischio escalation esiste, è una situazione che richiede molto rigore. Molta attenzione, bisogna lavorare”. Lo ha detto, arrivando al Salone del Libro di Torino dove partecipa ad un incontro su Falcone e Borsellino, il ministro Anna Maria Cancellieri in merito all’attentato a Roberto Adinolfi, ad di Ansaldo Nucleare, a Genova.

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Il ministro: rivendicazione del Fai è attendibile Severino, sono molto preoccupata anche io

TORINO  – “Il rischio escalation esiste, è una situazione che richiede molto rigore. Molta attenzione, bisogna lavorare”. Lo ha detto, arrivando al Salone del Libro di Torino dove partecipa ad un incontro su Falcone e Borsellino, il ministro Anna Maria Cancellieri in merito all’attentato a Roberto Adinolfi, ad di Ansaldo Nucleare, a Genova.

“La rivendicazione del Fai per l’attentato a Roberto Adinolfi è attendibile. Almeno abbiamo individuato la matrice e adesso bisogna lavorare”. Ha dichiarato il ministro dell’Interno.

“Non credo ci sia area di consenso intorno a questi atti”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, entrando al Salone del Libro di Torino, ai giornalisti che le chiedevano se l’attentato a Genova all’ad dell’Ansaldo Nucleare sia un atto isolato o abbia un’area di consenso. “Riteniamo che se questo consenso c’é – spiega – E’ circoscritto ad un’area molto circoscritta. Non credo che nelle corde popolari ci sia consenso per queste cose”.

SEVERINO, PREOCCUPATA DA TIMORI CANCELLIERI -“So quanto sia seria il ministro Cancellieri e quanto avrà pensato prima di rendere questa dichiarazioni e quindi sono preoccupata perché considero questo suo timore estremamente serio”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino a proposito del timore di Cancellieri di un’escalation dopo l’attentato ad Adinolfi.

” Ci vuole molta cautela prima di indicare una matrice anarchica o distruttiva.Credo che la rivendicazione non sia affatto sufficiente per identificare gli autori di questo orrendo attentato”. “Dobbiamo lasciare tempo agli investigatori” ha aggiunto il ministro, sottolineando che in passato l’Italia ha dimostrato di aver la forza di superare gli anni di Piombo”.

ANARCHICI ‘FAI-FRI’, ABBIAMO AZZOPPATO ROBERTO ADINOLFI di Chiara Carenini La notizia della rivendicazione dell’attentato all’ad di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, spedita da Genova e giunta alla sede del Corriere della sera a Milano, arriva in procura circa un’ora prima della dimissione di Adinolfi dall’ospedale San Martino. Il testo – che sembra subito attendibile – chiude con un’affermazione terribile: colpiremo ancora. La sigla della Federazione anarchica informale è conosciuta, ma non quella del ‘Nucleo Olga’. Pochi minuti servono agli inquirenti, basta scorrere il documento, per capire che Olga è Olga Ikonomidou, membro del movimento di ‘Cospirazione delle cellule di fuoco/Fai-Irf’ arrestata il 4 gennaio scorso in Grecia. “Lo abbiamo azzoppato”, scrivono gli anarchici. Le porte degli uffici della procura restano chiuse, mentre i magistrati Nicola Piacente e Silvio Franz parlano di questa novità che, da sola, potrebbe dare un’impronta decisiva alle indagini. Vengono convocati Ros e Digos e il documento, subito pubblicato sul sito web del Corriere, finalmente arriva a Genova. Il bollo non dà indicazioni specifiche, dice solo che il documento è stato spedito a Genova il giorno stesso dell’attentato. Ma sono le parole scritte a tracciare la via che dovranno percorrere gli investigatori. Diversi i tavoli di discussione: quello degli analisti che dovranno vagliare il testo, quello della scientifica che dovrà cercare tracce, quello della procura che dovrà indirizzare gli accertamenti sul territorio. L’area di intervento, trattandosi di Federazione anarchica informale e di Fronte rivoluzionario internazionale, è ampia: più regioni saranno interessate, Paesi esteri compresi: Grecia, Spagna e Svizzera. Ma in primo luogo si guarda all’Italia, alle minacce di nuove ‘azioni’ nel nostro Paese. Perché tra le tante parole usate per spiegare l’attentato a Roberto Adinolfi ce ne sono alcune che fanno paura e riguardano Finmeccanica: “Oggi Ansaldo Nucleare domani un altro dei suoi tentacoli, invitiamo i gruppi e singoli Fai a colpire tale mostruosità con ogni mezzo necessario”. Il salto di qualità c’é già stato, ha detto in serata il procuratore capo Michele Di Lecce e “non si possono escludere nuove azioni”. Saranno sette, e sono state già annunciate. Sette, come sette sono i “compagni greci della Cospirazione delle Cellule di fuoco, nostri fratelli” che si trovano in prigione con Olga Ikodominou: Damiano, Giorgos, Argyrou, Gerasimos, Michalis, Christos, Haris. Questo ‘nuovo’ Fronte internazionale scrive come i vecchi brigatisti: “Far lavorare di pari passo le armi della critica e la critica delle armi”. Armi il cui uso sancisce la frattura “con quell’anarchismo infuocato solo a chiacchiere e intriso di gregarismo” e l’inizio di una stagione difficilissima. Di fronte a parole che sembrano una dichiarazione di guerra, dirette soprattutto a Finmeccanica, si leva la voce del numero uno della holding Giuseppe Orsi: “Continuiamo a fare come prima il nostro lavoro, non basta qualche estremista a farci cambiare modo di lavorare, continuiamo nonostante le minacce e con la volontà di contribuire al progresso del Paese”. Intanto, però, le misure di sicurezza e di vigilanza nei confronti delle aziende del gruppo e dei manager sono state innalzate: è successo per Selex Galileo, Ansaldobreda e per tutte le società citate nel documento. Sulla rivendicazione è intervenuto anche il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco: “E’ una dichiarazione estremamente inquietante che richiama altre dinamiche e altri momenti che speriamo di non vedere più”. Non ci sono, però, per il presidente della Cei, analogie tra le azioni delle Brigate Rosse e il ferimento di Adinolfi. “In quel momento era forte l’ideologia, oggi mi pare che ci sia una notevole diversità. Ma ugualmente ci sono dei brodi di coltura che possono favorire reazioni deprecabili, violente che devono essere perseguite e condannate dall’opinione pubblica in modo univoco”.

 

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