TOSCANA Primo sì alla cura con la marijuana

Cannabis terapeutica Il consiglio regionale vara la nuova legge È in Toscana che nasce la prima legge regionale per l’accesso ai farmaci a base di Thc, il principio attivo della cannabis, usato come terapia palliativa e antidolorifica nella cura della sclerosi multipla, del glaucoma, dell’epilessia, in oncologia, e in molte altre patologie neuro-muscolari. Una normativa – firmata da consiglieri del Pd, della Fds-Verdi e del Gruppo misto, e approvata ieri dal Consiglio regionale toscano con i voti contrari dell’Udc, di tutto il Pdl con l’eccezione del radicale Marco Taradash, e con l’astensione della Lega – necessaria per superare quel groviglio di burocrazia e inerzia delle Asl regionali che finora ha impedito l’attuazione di un diritto sancito dalle leggi nazionali sulle droghe e sulla terapia del dolore (legge Turco del 2007). Prima della regione Toscana ci avevano già provato il Lazio (nel 2006, ma la legge venne affossata) e l’Umbria (nel 2001).
«Oggi – ha spiegato il presidente della commissione sanità del consiglio regionale Marco Remaschi (Pd)- ci cono un centinaio di pazienti in Italia che fanno uso di questo tipo di farmaci mentre ce ne sono migliaia che ricorrono all’autocoltivazione della cannabis o al mercato illegale delle sostanze. Per accedere a questi farmaci servono 3-4 mesi nelle regioni più virtuose 7-9 in quelle meno. In Toscana consentiremo di avere una procedura più regolare e più snella ma sempre sotto controllo del sistema sanitario». Remaschi parla di medicinali semisintetici come il il Sativex o il Marinol, che utilizzano uno solo dei principi attivi contenuti nella marijuana, mentre farmaci come il Bedrocan che utilizza tutta la pianta può essere acquistato a proprie spese solo all’estero.