Quella citazione “trasformata” del discorso della Montagna

 Così abbiamo riscritto una frase celebre    L’esempio più ammirevole è di Francesco, il figlio del mercante che vende davvero tutto 

 Così abbiamo riscritto una frase celebre    L’esempio più ammirevole è di Francesco, il figlio del mercante che vende davvero tutto 

Non ho alcun titolo ad affrontare un simile tema. Tratterò dunque questioni aperte e anzi spalancate davanti a ciascuno di noi. Perché infuria la guerra fra poveri? E come potremo spiegare la guerra fra poveri, se i poveri sono beati perché sono gli eredi del regno? E poi: com´è avvenuto che, nell´immaginazione e nel linguaggio comune, alle Beatitudini che aprono il discorso della montagna si sia mescolata la dichiarazione: «Ora molti dei primi saranno ultimi, e gli ultimi primi»? Noi ripetiamo infatti: «Beati gli ultimi, perché saranno i primi». Ma quel «Beati» in Marco non c´è, e nemmeno in Matteo e Luca («Ci sono degli ultimi che saranno primi, e ci sono dei primi che saranno ultimi»). Abbiamo dunque condensato in un´unica espressione, diventata proverbiale, le Beatitudini e in particolare la prima – «beati i poveri» – con il detto sugli ultimi e i primi. Questa trasfusione è feconda, perché induce ad accostare i poveri agli ultimi, e a cercare per questa via una risposta alla domanda iniziale, perché la guerra fra poveri. Se agli ultimi tocca il regno dei cieli, che cosa sarà, nei cieli e sulla terra, dei penultimi? I penultimi infatti non sono tali perché siano a un passo dal diventare gli ultimi, ma perché hanno appena smesso di essere gli ultimi. Ne sono stati spodestati.
(…) Se i poveri sono dunque beati perché è loro il regno dei cieli, come spiegare la guerra fra poveri? Non le guerre guerreggiate, che del resto sono anch´esse combattute da poveri, guerre fra ricchi per interposte persone: ma quella accanita lotta fra poveri di cui il tempo di pace è fitto. Si risponderà che dividere i poveri e metterli gli uni contro gli altri è un tipico espediente dei ricchi e dei potenti, e che anche nel caso di questa guerra metaforica (che peraltro diventa spesso la premessa della guerra guerreggiata) si tratta di un contrasto per interposte persone. È vero, ed è evidente il calcolo di soffiare sul fuoco dell´impoverimento per dirottare la delusione e la protesta sociale, ma non basta a rendere esauriente la risposta.
Se i poveri sono gli eredi del regno, se sono chiamati beati, come è possibile che arrivino a detestarsi, invidiarsi e combattersi? O piuttosto, dal momento che si vede benissimo come sia possibile: come è accettabile? L´esempio più ammirevole e cordiale di povertà scelta – il matrimonio d´amore con madonna Povertà – è quello di Francesco. Il figlio del ricco mercante che vende davvero tutto e dà il ricavato ai poveri, che bacia il lebbroso e predica agli uccelli, visto che chi dovrebbe ascoltare fa orecchi, appunto, di mercante. L´amore per la povertà sta su un filo di rasoio.

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