Il killer di Tolosa morto nel blitz

Francia. Assalto delle forze speciali nel quartiere Cà´te Pavée dov’era asserragliato Mohamed Merah Scontro sui Servizi segreti: sapevano tutto dello strano turismo del «mujahiddin» in Afghanistan e Pakistan

Francia. Assalto delle forze speciali nel quartiere Cà´te Pavée dov’era asserragliato Mohamed Merah Scontro sui Servizi segreti: sapevano tutto dello strano turismo del «mujahiddin» in Afghanistan e Pakistan
PARIGI.  Qualche ora dopo la morte di Mohamed Merah, un’organizzazione legata ad Al Qaeda, i Soldati del califfato, ha rivendicato i massacri di Tolosa Montauban, che hanno causato la morte di sette persone, tre militari, tre bambini e un professore di una scola ebraica. La rivendicazione contraddice la tesi difesa dai servizi segreti e dal governo, che hanno definito Merah «un lupo solitario».
Mohamed Merah è morto ieri mattina alle 11,30, con una «pallottola in testa» ha ammesso il Raid, il corpo speciale di polizia, colpito da un agente «in stato di legittima difesa». In precedenza il ministro degli interni Claude Guéant, aveva affermato che era «morto a terra», dopo essersi defenestrato in seguito all’assalto del Raid nell’appartamento, dopo 32 ore di tentativi di trattativa e lunghi momenti di silenzio. Sarkozy ha spiegato che «è stato fatto il possibile perché l’assassino venisse consegnato alla giustizia. Ma non era concepibile esporre al rischio altre vite, ci sono già stati troppi morti». Merah, braccato, al momento dell’assalto ha sparato a raffica sui poliziotti almeno una trentina di pallottole. Cinque agenti sono rimasti leggermente feriti. Si era rifugiato nel bagno, al momento dell’assalto. «Ha sparato sui poliziotti con rara determinazione» ha affermato Guéant, secondo il quale è «saltato dalla finestra continuando a sparare». Nella notte, i contatti si erano interrotti verso le 11,30. La polizia, per tutta la notte, ogni ora e poi ogni mezz’ora ha realizzato delle esplosioni, per destabilizzarlo e tenerlo sveglio. In casa sono state trovate armi e munizioni.
Merah, giovane tolosano di origine algerina di 23 anni, ha filmato tutte le sue azioni, da domenica 11 marzo fino a lunedì 19. Nella registrazione video, che nel dialogo con i poliziotti ha affermato di aver messo su Internet (ma di cui no è stata per il momento trovata traccia), sono state registrate anche delle frasi dell’assassino. Dopo aver ucciso il primo militare, a Tolosa, ha detto: «Tu uccidi i miei fratelli, io ti uccido». Dopo aver sparato ai tre militari a Tolosa, uccidendone sul colpo due e ferendone gravemente un terzo, ha gridato «Allah Akbar». Al negoziatore aveva affermato di voler «morire con le armi in mano».
Una polemica si è aperta sull’operato della Dcri (i servizi segreti interni). Il ministro degli esteri, Alain Juppé, lo ha ammesso, prima di smentire: «Capisco che ci si possa chiedere se c’è stato un errore o no. Visto che non so se c’è stato errore, non posso dirvi di che tipo di errore si è trattato, ma bisogna fare chiarezza su questo». Guéant e i servizi hanno finora parlato di «persona isolata». Per il procuratore capo di Parigi, François Molins, Merah aveva «un profilo di autoradicalizzazione atipica», era indipendente da qualsiasi «organizzazione strutturata nota». Il capo della Dcri, Bernard Squarcini, è molto vicino a Sarkozy e ultimamente ha ricevuto un avviso giudiziario per aver organizzato illegalmente la raccolta dei numeri di telefono chiamati da alcuni giornalisti di Le Monde, rei di aver pubblicato delle indiscrezioni su dei casi «caldi» che coinvolgevano il potere. Risulta invece che la Dcri l’aveva schedato dopo i viaggi che aveva fatto in Afghanistan e in Pakistan nel 2010 e 2011 e l’aveva interrogato. Merah aveva raccontato di esserci andato per turismo e pare fosse stato creduto. Il fratello di Mohamed Merah era però stato messo sotto accusa per aver partecipato a una filiera di invio di ragazzi in Iraq per la jihad ed erano stai stabiliti dei legami con dei salafisti di Tolosa. Secondo una ricostruzione realizzata da Le Monde, Merah avrebbe fatto numerosi viaggi in Medioriente, Siria, Iraq, Giordania e persino Israele. Nel 2008 era andato a trovare in prigione un membro di un gruppo islamista e gli aveva portato dei soldi. Sembra che si sia avvicinato all’islamismo radicale quando era stato in carcere in Francia, per reati di diritto comune. Secondo la polizia, è impossibile seguire da vicino tutti i sospetti. Secondo Guéant, che ha messo le mani avanti per rispondere alle critiche, i gruppi salafiti di Tolosa «non avevano manifestato una propensione o un’inclinazione all’assassinio».
Nell’inchiesta realizzata dopo l’assassinio dei militari a Tolosa e Montauban il nome di Mohamed Merah era tra i sospetti. Ma questa pista non è stata seguita fino in fondo. Lunedì, Merah ha massacrato tre bambini e un professore alla scuola ebraica.

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