MUSICA Inaugurato il museo dedicato a De André e alla scuola genovese
Nello spazio si passa tra scritte, dischi, strumenti e piattaforme multitouch
MUSICA Inaugurato il museo dedicato a De André e alla scuola genovese
Nello spazio si passa tra scritte, dischi, strumenti e piattaforme multitouch GENOVA. Tanti anni fa, nella piazzetta Vacchero a Genova, una piccola rientranza che costeggia Via del Campo, un libertario tracciò sul muro le parole: «Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane / ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame». C’è ancora quella scritta, nessuno ha toccato le parole di De André: è diventata un pezzo del «pellegrinaggio laico» nel cuore di quella «città vecchia» cantata in mille declinazioni poetiche. A cominciare da Via del Campo, la via dove la «graziosa» vendeva a tutti «la stessa rosa».
Faber è tornato a casa, o meglio, ora ha casa. Per il suo spirito lucido e implacabile, per la sua adorata prima chitarra, Esteve. In via del Campo. Con una grande festa che ha coinvolto migliaia di persone, decine di musicisti, un abbraccio che diventa, tutto assieme, abbraccio a tutta la «scuola genovese» dei cantautori, Genova ha inaugurato nei giorni scorsi Via del Campo 29 rosso. Museo, emporio e laboratorio assieme. Dove il «9» del numero civico è sostituito dal simbolo della chiave di basso sul pentagramma, a mostrare che in quella casa c’è ora la casa della «scuola genovese» dei cantautori. Postazioni musicali per tutta la via, partendo dalla medievale Porta dei Vacca e fino ad arrivare a Piazza Fossatello, per rimandare note e parole di Faber, laboratori didattici, ed anche, nell’atrio del nobile Palazzo Bartolomeo Invrea, un reading di poesie curato da Claudio Pozzani, direttore del Festival internazionale di poesia, con lettura pubblica di Villon, Mutis, Lee Masters, Mannerini: tutta la polpa letteraria che ha dato nutrimento alla sintesi poetica di Faber.
Via del Campo 29r era sede del negozio di dischi Gianni Tassio, scomparso nel 2001: il primo a raccogliere memorabilia e rare incisioni di De André e dei cantautori genovesi. Lo spazio poi era stato rilevato dal Comune, ed affidato a un consorzio che mette assieme la cooperativa Solidarietà e Lavoro, la società informatica Ett, la cooperativa perugina Siste-ma Museo. Adesso, dopo attento restauro, è un immacolato, raccolto spazio quasi zen, dove, protetta da una teca, si libra in aria la chitarra di De André, e a terra, da un piano all’altro, si passa tra copertine di dischi, scritte, teche di ricordi, piattaforme multitouch. A Faber sarebbe piaciuta anche la nuova apertura sul retro, in Vico Fregoso: da lì si accede all’antico ghetto ebreo della città, un posto magico che attende un altro, accorto restauro: in fin dei conti siamo a un tiro di fionda dal waterfront restaurato magistralmente da Renzo Piano. Il Museo – emporio di Via del Campo, ha spiegato Angelo Bodra di Solidarietà e Lavoro, non sarà solo un luogo fisico dove trovare spartiti, libri e vedere rarità: ogni sabato sarà il punto di partenza per visite nei luoghi della musica dei cantautori nascosti negli antichi «caruggi». Ma l’invito è rivolto anche ai più giovani: Via del Campo 29 Rosso sarà un luogo dove «portare» note e poesia e idee. Un moltiplicatore di pacifica creatività che Faber guarda sorridendo, dalle sue «Nuvole».
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