Con le armi dell'ironia e dell'intelligenza, hanno saputo condensare in tre minuti un messaggio di protesta potente ed efficace, e il loro video ha ottenuto oltre 18mila accessi su youtube in tre giorni. La fantomatica Brigata Cretinetti, alter-ego in versione squatter del quintetto comico-teatral-canoro degli Oblivion, ha dato la propria personale lettura della contestazione alla Tav con un esplosivo (e sovversivo) ‘editoriale canoro clandestinoà. ">

No Tav, con l’arma dell’ironia

Con le armi dell’ironia e dell’intelligenza, hanno saputo condensare in tre minuti un messaggio di protesta potente ed efficace, e il loro video ha ottenuto oltre 18mila accessi su youtube in tre giorni. La fantomatica Brigata Cretinetti, alter-ego in versione squatter del quintetto comico-teatral-canoro degli Oblivion, ha dato la propria personale lettura della contestazione alla Tav con un esplosivo (e sovversivo) ‘editoriale canoro clandestinoà.

Con le armi dell’ironia e dell’intelligenza, hanno saputo condensare in tre minuti un messaggio di protesta potente ed efficace, e il loro video ha ottenuto oltre 18mila accessi su youtube in tre giorni. La fantomatica Brigata Cretinetti, alter-ego in versione squatter del quintetto comico-teatral-canoro degli Oblivion, ha dato la propria personale lettura della contestazione alla Tav con un esplosivo (e sovversivo) ‘editoriale canoro clandestinoà. Le mentite spoglie della parodia offrono la possibilità ai cinque ‘alpini’ con il giubbotto ad alta visibilità di affrontare con apparente leggerezza un tema importante e delicato, a costante rischio di strumentalizzazione, inserendo nel loro ‘editoriale’ tutti gli elementi ‘caldi’ delle ultime settimane di cronaca: dall’epiteto ‘cretinetti’ riservato a Luca Abbà da un titolo del Giornale, alla vicenda del traliccio, al confronto tra manifestanti e poliziotti. Il tutto armonizzato alla maniera corale, con ulteriore parodia del Requiem di Mozart e del celebre canto alpino ‘Ta-Pum’.

Nel gioco delle parti, gli Oblivion si sono ‘fermamente dissociati’ dalle azioni della Brigata Cretinetti. E online ha raggiunto telefonicamente uno dei componenti degli Oblivion, Lorenzo Scuda.

Come vi è venuto in mente?

Ovviamente non siamo noi. Sono altri cinque, uguali a noi, con le maschere nere sugli occhi. Questo è evidente, non abbiamo mai portato maschere nere sugli occhi fino ad oggi.

Come è venuto in mente, allora, ai vostri alter-ego?

E’ una questione generazionale. C’è un movimento che non ha bandiere e non ha sigle, che sta cercando di costruire una comunità diversa, con altri principi e altre regole. Noi siamo sintonizzati su quella lunghezza d’onda, e abbiamo cercato – scusate, i nostri alter-ego hanno cercato – di contribuire con due note e due parole.

La scelta dell’abbigliamento è studiata, così come le armonie. Stile valligiano, per comunicare un messaggio forte, e soprattutto non-violento dalla Val di Susa.

Siamo un po’ clown e un po’ pagliacci, giochiamo con la musica e con le parole. A volte lo facciamo per divertimento, per farci una risata, che rimane una cosa fisiologicamente molto naturale. La Brigata Cretinetti, dalla quale, ribadisco, prendiamo recisamente le distanze, ha avvertito il desiderio di ‘raccontare’ il mondo che ci circonda con il canto alpino. I canti alpini sono i libri di storia per chi non sapeva leggere, i racconti della comunità tramandati oralmente, cantati a gran voce e in armonia. Abbiamo avuto la sensazione che gli avvenimenti della Val di Susa fossero stati raccontati nella maniera sbagliata. C’è stata un’enfasi enorme sul Carabiniere che non ha reagito alle offese. Giustamente, ha fatto il suo onesto dovere, però questa enfasi ha coperto altre vicende, come la protesta non-violenta di una persona che è caduta dal traliccio, insomma, gli avvenimenti non sono stati affrontati in maniera limpida. Noi – ehm, la Brigata Cretinetti – abbiamo cercato di fare un piccolo sussidiario cantato, una piccola epopea, come sono i canti alpini, di un movimento che sta diventando più simbolico di quello che è realmente: non è solo la difesa della valle, ma la difesa dell’autoderminazione dei cittadini, la lotta contro la corruzione, contro i grandi interessi.

‘To be continued’, recita il messaggio. Come continuerà?

Eh, bisogna chiedere alla Brigata Cretinetti. Ma probabilmente c’è il desiderio di continuare a raccontare in musica quegli eventi, con regolarità. La Brigata è la nostra parte oscura, o luminosa, la si prenda come si vuole, è un alter-ego che va ad approfondire l’attualità, la cronaca, con la musica. Sono incursioni che potrebbero diventare più regolari.

Il potere spesso impone. Che siano le grandi opere in Val di Susa, le basi militari a Vicenza, o le guerre.

Qualcuno diceva che abbiamo una sana e robusta Costituzione e che basterebbe applicarla. La Costituzione è stata scritta dopo una guerra. Non c’è molto da aggiungere. Siamo giullari, ma siamo molto sensibili al fatto che la costruzione delle regole, per un popolo abituato a saltare le code e a farsi i propri interessi, è un lavoro molto faticoso e molto lungo. Anche perché recentemente non abbiamo avuto esempi costruttivi. Va fatto andando a ricostruire ciò che viene distrutto, come fa Emergency, o, in maniera ben più piccola come facciamo noi con le nostre canzoni. Non è fare politica, ma cercare di costruire insieme le regole della convivenza civile.

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