INTERVISTA Nuovo disco per Giulio Casale
«Mi è sempre piaciuto scrivere. Trovo appagante morire sopra una pagina bianca, ma mi mancava la musica»
INTERVISTA Nuovo disco per Giulio Casale
«Mi è sempre piaciuto scrivere. Trovo appagante morire sopra una pagina bianca, ma mi mancava la musica»
Un titolo coraggioso e temerario, di questi tempi. Dalla parte del torto rappresenta il ritorno discografico di Giulio Casale – ex leader degli Estra fra le rock band italiane ha lasciare un segno nei novanta – dopo sette anni passati a scrivere libri e a sperimentarsi, e reinventarsi, in maniera creativa a teatro. Una produzione indipendente, registrata e mixata da Marco Tagliola (Baustelle, Mauro Giovanardi, Vinicio Capossela), curata da Giovanni Ferrario (John Parish, P.J. Harvey in un vasto curriculum). Dieci tracce con l’aggiunta di una diversa versione dell’iniziale La tua canzone, che dà un po’ il senso dell’intera operazione «Ho sempre preteso tanto da una canzone – spiega Casale – e questo pezzo lo definisco quasi un rock mantra, rumorosa preghiera non già di consolazione ma di apertura ulteriore. Chiedere a una canzone sola che si faccia carico del sapore di sconfitta che ci accompagna e del suo superamento. Insieme. L’impossibile, ovviamente, anche da cantare». Disco «contro» ma propositivo – anche se sembrerebbe un controsenso: «Sì, ma essere dalla parte del torto è inevitabile di questi tempi». Un disagio e una crisi che non risparmia nessuno, industria e mondo della musica in primis… «Inevitabile, ci sono responsabilità enormi delle major per aver sempre e comunque supportato prodotti sempre più scadenti per inseguire il mercato. Ma è solo un discorso di ricerca e di proposta che continua a pagare». La parola scritta è un’esigenza, un’urgenza quasi fisica per Casale: «Quello che mi sembra tenga insieme tutto è la passione per la parola scritta. La scrittura delle canzoni, la scrittura dei racconti o la drammaturgia teatrale, c’è qualcosa che lega tutto. Trovo appagante morire sopra una pagina bianca, ho avuto anche buoni riscontri con un libro di racconti (Intanto corro, uscito nel 2008 per la Garzanti ndr). Ma mi sono reso conto che fare solo lo scrittore toglieva spazio alla musica». Nel 2010 di nuovo a teatro con The Beat goes on, prosecuzione de La canzone di Nanda, dedicato alla Pivano, lungo medley di canzoni e poesie. «Nel teatro ho trovato il riassunto di queste anime che mi attraversano, la canzone, la letteratura la poesia». La mistificazione – secondo titolo in scaletta – è una corrosiva invettiva contro le regole dello showbusiness: «È nato come il primo pezzo, dall’esigenza di raccontare una pratica diffusa nel nostro mondo. Perché acquisendo successo si tende a esercitare potere. Non siamo immuni dalla tentazione che poi deturpa tutto. Inquina i rapporti umani, inquina l’arte». Nel disco trova spazio anche la rivisitazione di un brano di Franco Battiato, Magic shop, originariamente (1979) ne L’era del cinghiale bianco: «Stavo cercando una canzone dove dicevo che stiamo vendendo tutto. Io sto con chi ha l’ardire di prendere certe posizione, e Battiato è fra questi. Come Tenco».
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