Il Banco celebra quarant’anni “Macché rock, eravamo meglio”

Il gruppo di Nocenzi, Maltese e Di Giacomo da domani in tour con le Orme 

Il gruppo di Nocenzi, Maltese e Di Giacomo da domani in tour con le Orme 

ROMA. «Piangi mia piccola anima, immagine del mondo. Ho camminato tanto, notte e giorno, sole e luna, sempre a suonare questa musica, che mi fa male come un arrivederci trasversale. E provateci voi, ad infilarmi in questo coro frastornato, a farmi parlare ancora in playback. Let´s go! che ce ne andiamo senza neanche salutare, let´s go!». Sono le parole di Imago mundi, uno degli inediti del nuovo album (uno dei titoli di lavoro è Sacro massacro) con il quale il Banco del Mutuo Soccorso celebra i suoi 40 anni. L´album uscirà in autunno ma la canzone verrà pubblicata come singolo ad aprile e si potrà ascoltare in anteprima durante il tour che Francesco Di Giacomo con Vittorio Nocenzi e Rodolfo Maltese terranno a partire da domani, 24 febbraio, dal Teatro Dante di Palermo, ospiti Le Orme, altro gruppo fondamentale per la scena progressive italiana.
In realtà, quando quarant´anni fa il Banco prese le mosse dalla sala prove di Marino, la celebre “stalla” con le mangiatoie piene di amplificatori invece del fieno, nessuno di loro aveva idea di entrare in una grande famiglia di cui avrebbero fatto parte anche la Premiata Forneria Marconi e le Orme, e che li avrebbe resi parenti di gruppi come Jethro Tull, Emerson Lake & Palmer, Genesis, King Crimson, Gentle Giant. «Ma noi non li conoscevamo proprio i Gentle Giant a cui tanti ci assimilavano all´epoca. Non assomigliavamo a nessuno ma soprattutto non eravamo grandi ascoltatori di rock» dice Vittorio Nocenzi che con il fratello Gianni fu tra i fondatori del gruppo. «L´unico nostro vero riferimento era la musica classica che sia io sia mio fratello Gianni avevamo studiato. Essendo io l´autore e il responsabile, per così dire, del 95% della musica, ora posso dichiararlo: gli unici dischi che avevo ascoltato quando mettemmo su il Banco erano Sgt. Pepper dei Beatles, il loro Album bianco, seguivo Donovan che con la sua Season of the witch mi ispirò per il titolo di Il giardino del mago, e ascoltavo i dischi di Brian Auger & The trinity: come si vede ben poco rock progressive».
Anche senza troppe discendenze dirette, fatto sta che con la Premiata Forneria Marconi e gli Area, il Banco del Mutuo Soccorso seppe cogliere l´onda del rock progressivo che montava e trasferirne gli elementi nelle complicate metriche e sonorità della lingua italiana. Con la Pfm, il Banco arrivò a incidere per l´etichetta Manticore degli Emerson, Lake & Palmer: tra l´altro Darwin e Io sono nato libero del Banco sono ancora in vetta nella speciale classifica Usa riservata ai migliori dischi progressive di tutti i tempi.
La nuova canzone, Imago mundi, oltre che l´anelito personale verso l´infinito sembra anche una riflessione sullo stato della musica oggi: «Si parla sempre di rock come fenomeno sociale o politico, ma musica e società non sempre si intrecciano, la musica meriterebbe un´analisi musicologica» dice Nocenzi, «troppo spesso si elude la struttura dei brani, nessuno nota mai che con il rock progressive noi lasciammo da parte il giro armonico del blues e del rock e ci liberammo dalla schiavitù del quattro quarti per abbracciare la libertà dei tempi dispari e volare così molto più in alto».

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