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Segui i soldi

I REDDITI DEI MINISTRI. «Follow the money», segui i soldi. Ieri l’hanno fatto parecchi italiani, accorsi sul sito del governo a curiosare nei portafogli dei ministri. Ora che tutti sanno, qualcuno dovrà  chiedere al viceministro Michel Martone, un esperto del ramo, sotto quale soglia un membro del governo di Mario Monti possa considerarsi “sfigato”.

I REDDITI DEI MINISTRI. «Follow the money», segui i soldi. Ieri l’hanno fatto parecchi italiani, accorsi sul sito del governo a curiosare nei portafogli dei ministri. Ora che tutti sanno, qualcuno dovrà  chiedere al viceministro Michel Martone, un esperto del ramo, sotto quale soglia un membro del governo di Mario Monti possa considerarsi “sfigato”.

Delusione, comunque: solo tre ministri sopra il milione – più o meno quello che Silvio B. buonanima spendeva in collanine. Il Guardasigilli Paola Severino è quasi fuori concorso: con 7 milioni all’anno guadagnati facendo l’avvocato non sarà poi così convinta che la giustizia non funziona.

Corrado Passera, che tutti davano per vincente, si attesta alla misera metà, 3 milioni e mezzo. Non preoccupatevi, comunque: ha un bel gruzzoletto da parte. Terzo classificato, Piero Gnudi, un milione e sette, vergogna, e una Fiat Stilo (ancor più vergogna, se la Fiat non ci chiede qualche milione come a Corrado Formigli, a proposito: solidarietà). Poi, dannazione, si scende. Anzi, si precipita. Pochi ministri sopra i 300 mila euro (Terzi e Di Paola) e quasi tutti appena sopra o appena sotto i 200.000, con l’eccezione di Andrea Riccardi (Cooperazione) che arrivava nel 2010 a 120 mila euro, una miseria (ai prezzi correnti, ci paghi a malapena 10 redattori de il manifesto o 9 metalmeccanici, oppure lo 0,03% di quel che incassa Marchionne in un anno, che però, pagando le tasse in Svizzera, gioca in un altro campionato). Insomma, diciamolo, a parte tre-quattro casi, non si può parlare di una vera oligarchia. Qualche sfizio, la casa a Parigi (Passera), un’Harley Davidson (Terzi), baite e pascoli sulle Alpi (Giarda). Sembra la foto della buona (?), cara (?), vecchia, alta borghesia della nazione, quella che non si costruisce vulcani finti in giardino e non ostenta troppo. Unica noterella stonata, se ancora vi appassionate a vecchie questioni come “rappresentanza” e “democrazia”, il fatto che secondo gli economisti più attenti alle diseguaglianze del Paese, appena il 5% della popolazione ha un reddito (reale, non dichiarato) superiore ai 200 mila euro. Quindi, se il metodo fosse veramente «follow the money» potremmo dire di avere un eccellente governo tecnico rappresentativo di un italiano su venti.

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