NON UCCIDETE LIBERAZIONE, VOCE PLURALE

Una storia collettiva lunga vent’anni non può essere cancellata con una riga di calcolatrice. Una voce non allineata e plurale non può essere messa a tacere con un clic. Liberazione non può morire. Né trasformarsi, neanche temporaneamente, neanche strumentalmente, nella caricatura di se stessa.

Una storia collettiva lunga vent’anni non può essere cancellata con una riga di calcolatrice. Una voce non allineata e plurale non può essere messa a tacere con un clic. Liberazione non può morire. Né trasformarsi, neanche temporaneamente, neanche strumentalmente, nella caricatura di se stessa.
Al governo, al primo ministro Monti, al sottosegretario Peluffo ripetiamo che il mancato rifinanziamento del Fondo per l’Editoria e il ritardo nella fissazione di criteri rigorosi e chiari di erogazione del contributo pubblico si stanno trasformando in una vivisezione di giornali, di cui Liberazione è un primo tragico test.
All’editore di Liberazione, il Partito della Rifondazione comunista, chiediamo di sottrarsi al gioco al massacro. Se non è possibile rimandare subito nelle edicole una forma anche ridotta all’osso ma giornalisticamente ficcante di giornale cartaceo, almeno il giornale in Pdf e il sito internet devono tornare in attività, per restituire a lettori e lettrici, al dibattito pubblico e ai movimenti che si battono contro la crisi degli speculatori e per l’informazione libera una voce sottile ma tenace e indispensabile. Per far vivere un giornale vero, consistente e articolato, fatto da una redazione vera, giornalisti e poligrafici insieme, così com’è sempre accaduto in questi vent’anni.
Tornare sulla decisione di spegnere il giornale, perfino la versione su Internet animata volontariamente dalla redazione in lotta per la sopravvivenza, in attesa delle imminenti risposte da parte del governo e di un accordo sindacale realistico e serio, è un gesto costruttivo ancora possibile. All’altezza di una forza politica che non può rinunciare per nessun motivo, specialmente ora, alla difesa dei lavoratori e allo sguardo di critica radicale che ne caratterizza il dna.
Fondi all’editoria e regole chiare, subito. Liberazione in Pdf e sito internet riattivati da domani. Prodotto vivo e lavoratori vivi al tavolo del confronto.
Bruna Bellonzi-Curzi, Candida Curzi, Lucio Manisco, Luciana Castellina, Ken Loach, Rossana Rossanda, Haidi Gaggio Giuliani, Ilaria Cucchi, Dario Fo, Franca Rame, Paolo Rossi, Gianni Minà, Susanna Camusso, Maurizio Landini, Giorgio Cremaschi, Giorgio Airaudo, Gianni Rinaldini, Fulvio Fammoni, Carla Cantone, Vincenzo Scudiere, Paolo Beni, Gad Lerner, Ennio Remondino, Enrico Ghezzi, Giuseppe Giulietti, Vincenzo Vita, Sandro Portelli, Bruno Cartosio, Manuela Cartosio, Massimo Carlotto, Francesca Koch, Federica Sciarelli, Mario Tozzi, Antonello Venditti, Roberto Natale, Francesco Carofiglio, Aurelio Mancuso, Pappi Corsicato, Andrea Purgatori, Alessandro D’Alatri, Johnny Palomba, Daniele Vicari, Massimo Ilardi, Stefano Corradino, Oreste Scalzone, Franco Piperno, Simone Cristicchi, Darwin Pastorin, Giovanni Rossi, Paolo Serventi Longhi, Roberto Seghetti, Paolo Butturini, Letizia Paolozzi, Bia Sarasini, Pierpaolo Leonardi, Fabrizio Tomaselli, Nunzio D’Erme, Andrea Alzetta, Lea Melandri, Maria Schiavo, Emanuela Moroli, Bianca Pomeranzi, Maria Rosa Cutrufelli, Bruno Tucci, Cdr di City, Terra, il manifesto e l’Unità.
Per sottoscrivere:
cdrliberazione@gmail.com

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