Oggi inizia a Roma il processo a carico di CasaPound intentato dalla figlia del poeta americano Ezra Pound, Mary de Rachewiltz, contraria all’uso del nome del padre da parte del centro sociale di destra. A dispetto di ciò, per un giorno, CasaPound non si chiamerà CasaPound, bensì CasaBene, nel segno di Carmelo Bene. Pronti locandine e cambiamento di nome sul simbolo — la tartaruga su sfondo nero che si porta dietro, nel guscio, il diritto alla casa — e nuovi tributi all’attore pugliese che oggi verranno resi noti. Non è da escludere poi che, in caso di sconfitta al processo, il centro sociale si trovi a dover adottare definitivamente un altro nome.
Oggi inizia a Roma il processo a carico di CasaPound intentato dalla figlia del poeta americano Ezra Pound, Mary de Rachewiltz, contraria all’uso del nome del padre da parte del centro sociale di destra. A dispetto di ciò, per un giorno, CasaPound non si chiamerà CasaPound, bensì CasaBene, nel segno di Carmelo Bene. Pronti locandine e cambiamento di nome sul simbolo — la tartaruga su sfondo nero che si porta dietro, nel guscio, il diritto alla casa — e nuovi tributi all’attore pugliese che oggi verranno resi noti. Non è da escludere poi che, in caso di sconfitta al processo, il centro sociale si trovi a dover adottare definitivamente un altro nome.
La decisione della Rachewiltz è stata presa dopo il clamore suscitato dal recente pluriomicidio di Firenze, a sfondo razzista, ad opera di un folle legato a CasaPound. Alcuni scrittori e intellettuali italiani hanno sostenuto l’iniziativa legale con una raccolta di firme (appoggiati sul «Corriere della Sera», il 12 gennaio, da Sebastiano Vassalli, convinto che «la difesa del passato» possa «incominciare dai nomi»). Anche se Ezra Pound — come ha invece sottolineato Pierluigi Battista su «la Lettura» del 15 gennaio — è stato, oltre che un grandissimo poeta, un fervido sostenitore del fascismo.
A scanso di ulteriori equivoci (onomastici), il presidente dell’Associazione di promozione sociale CasaPound Italia, Gianluca Iannone, ha scritto alla sorella di Carmelo Bene, Maria Luisa, per chiederle l’adesione all’iniziativa CasaBene: «In un’epoca mediocre in cui gli spazi di libertà si vanno restringendo ogni giorno di più — scrive Iannone — la “Casa” romana dedicata al grande poeta americano decide quindi di omaggiare il grande attore italiano e il suo anticonformismo, intestandogli l’edificio per un giorno e facendo sì che “CasaPound” diventi per 24 ore “CasaBene”, contro chi tradisce la memoria dei grandi e cerca di ridurre all’isolamento gli anticonformisti. In nome di un genio tradito e dimenticato che aveva sconvolto tutti i canoni della cultura tradizionale, scandalizzato tutti i custodi dell’ortodossia e indispettito i guardiani del bene. Quello con la minuscola».
Maria Luisa Bene ha aderito con un telegramma e al «Corriere» spiega le ragioni: «Carmelo viveva sempre la sua vita come una ricerca e una provocazione. Ma a differenza di Pasolini, non mescolava arte e politica, e non ha mai ceduto alla politica. Da vivo e da morto, politicamente, Carmelo è stato tirato per la giacca da ogni lato. Così ho aderito a questa iniziativa. Con lo spirito provocatorio con cui lui ha vissuto». Come quando al Maurizio Costanzo Show sparava contro lo Stato, «che garantisce solo mediocrità», e la democrazia, un «condominio» governato con «demagogia».
Se in passato CasaPound aveva goduto del «soccorso rosso» di alcuni esponenti di sinistra — come Piero Sansonetti e Ritanna Armeni — questa volta il centro sociale è solo, difeso da pochi (anche per certe uscite borderline di Iannone). Tra questi, Pietrangelo Buttafuoco, scrittore irregolare di destra, il cui romanzo «meticcio» Il lupo e la luna ( Bompiani) è sempre in vetrina nella libreria Testa di ferro del centro sociale. I suoi consueti collegamenti da CasaPound per InOnda di La7, però, da un po’ non rientrano più nel format della trasmissione.
0 comments