Ex Psi in Forza Nuova Ex Cc di Acca Larentia

Chissà  se si sono incontrati per strada, i leader delle due organizzazioni che si distinguono nei blocchi siciliani di questi giorni. Potrebbe accadere qualcosa di interessante…
Martino Morsello capeggia il «movimento dei forconi». Era assessore a Marsala negli anni ’80, nel Psi. Candidato alle regionali del 2008 in una lista collegata a Lombardo. Poi si è buttato con i «Responsabili» di Scilipoti, diventando «responsabile nazionale del dipartimento agricoltura».

Chissà  se si sono incontrati per strada, i leader delle due organizzazioni che si distinguono nei blocchi siciliani di questi giorni. Potrebbe accadere qualcosa di interessante…
Martino Morsello capeggia il «movimento dei forconi». Era assessore a Marsala negli anni ’80, nel Psi. Candidato alle regionali del 2008 in una lista collegata a Lombardo. Poi si è buttato con i «Responsabili» di Scilipoti, diventando «responsabile nazionale del dipartimento agricoltura». Aveva un’azienda di prodotti ittici oggetto di varie inchieste. Da un anno si è «buttato a destra», sponda Forza Nuova, dichiarandosi «vittima della masso-mafia». A Maggio era relatore al convegno di Terni, aperto dalla figlia Antonella, che fa da «ufficio stampa» del forconismo. A dicembre ha partecipato anche al Congresso nazionale di FN a Tivoli. Nella pagina facebook della «camerata Morsello», appassionatamente difesa dal sito FascInAzione (di quel tal Ugo Maria Tassinari che ha cercato per anni di passare per «compagno»), sono indicati i referenti regionali dei Forconi in Calabria, Lazio e Puglia. Tutti, sarà un caso, di FN.
Edoardo Sivori è invece alla testa del « Partito delle Aziende – Piccole e Medie Imprese», nato a settembre. Ex generale dei carabinieri, dai modi sbrigativi e dall’eloquio inquietante. Nel corso di un intervento in piazza, nei giorni scorsi, avrebbe pronunciato frasi come questa (sono decine i siti che le riportano): «La politica è superiore alle stesse istituzioni. Le istituzioni senza politica sono come un palazzo vuoto, senza nessuno. Sono come un cadavere: dentro ci sono soltanto i vermi». Inutile dire che vorrebbe tenere insieme movimento popolare e forze armate, polizia compresa. Del resto conosce il tema: era soltanto capitano il 7 gennaio del 1978, quando, in via Acca Larentia, a Roma, sparò e uccise il 18enne neofascista Stefano Recchioni, nel corso degli scontri successivi a un assalto armato alla sede del Msi (altri due morti). I «fasci» romani lo sanno bene: fecero irruzione al suo convegno di fondazione, al teatro Capranica.
Si potrebbe dire che sono «contraddizioni in seno al popolo». Di destra. Potenzialmente esplosive.

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