Sciopero della fame morto un detenuto

CUBA. Un’altra brutta storia che ricorda quella del 23 febbraio 2010, quando Orlando Zapata («dissidente politico» per l’opposizione, «delinquente comune» per il governo, ma questo non importa) si lasciò morire dopo un lungo sciopero della fame.

CUBA. Un’altra brutta storia che ricorda quella del 23 febbraio 2010, quando Orlando Zapata («dissidente politico» per l’opposizione, «delinquente comune» per il governo, ma questo non importa) si lasciò morire dopo un lungo sciopero della fame.
Questa volta si tratta di Wilman Villar Mendoza, 31 anni, morto nella notte di giovedì nell’ospedale Juan Bruno Zayas di Santiago (est di Cuba) per le complicazioni sopraggiunte dopo uno sciopero della fame che pare durasse da 50 giorni. Era stato arrestato in novembre a Contramaestre, provincia di Santiago, con l’accusa di «asalto, desacato y resistencia», ossia grosso modo oltraggio e resistenza alle autorità; condannato a 4 anni, in sciopero della fame dal 25 novembre. Secondo Elizardo Sanchez, leader della (illegale ma tollerata) Commissione cubana per i diritti umani, Villar era un «prigioniero politico». Stando alle fonti anti-castriste di Miami, Villar aveva aderito alla dissidente Union Patriotica cubana a metà 2011. Sulla morte di Villar si è scatenata una guerra nella blogsfera, con in testa l’immancabile star bloguera Yoani Sanchez («aveva fatto del suo corpo un campo di battaglia, un terreno di indignazione civica»). Immediate le reazioni di Usa e Spagna, all’interno delle Damas de blanco.
Come in tutti i paesi, anche a Cuba le autorità statali hanno la responsabilità di coloro che, per una ragione o per l’altra, sono in carcere (anche se sono «delinquenti comuni»). La morte di Villar è un brutto colpo per il governo cubano. Dopo la liberazione di più di cento reclusi l’anno scorso, grazie ai negoziati governo-chiesa, ufficialmente a Cuba non ci sono più «detenuti politici» (anche Amnesty l’ha riconosciuto). La morte di Villar, oltre all’aspetto umano, ha una valenza anche politica nel giorno in cui, ieri, è arrivata all’Avana una delegazione vaticana per organizzazzare la visita del papa a Cuba dal 26 al 28 marzo.

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