Posta&Risposta
Caro "il manifesto", anni fa per lavoro ho trascorso diversi pomeriggi in compagnia delle annate rilegate del settimanale di epoca fascista "Il meridiano di Roma", avendo così modo di conoscere di prima mano l'antisemitismo virulento e fanatico di Ezra Pound, il suo anticapitalismo reazionario, il suo fascismo. ">

Ezra Pound fascista e poeta

Posta&Risposta
Caro “il manifesto”, anni fa per lavoro ho trascorso diversi pomeriggi in compagnia delle annate rilegate del settimanale di epoca fascista “Il meridiano di Roma”, avendo così modo di conoscere di prima mano l’antisemitismo virulento e fanatico di Ezra Pound, il suo anticapitalismo reazionario, il suo fascismo.

Posta&Risposta
Caro “il manifesto”, anni fa per lavoro ho trascorso diversi pomeriggi in compagnia delle annate rilegate del settimanale di epoca fascista “Il meridiano di Roma”, avendo così modo di conoscere di prima mano l’antisemitismo virulento e fanatico di Ezra Pound, il suo anticapitalismo reazionario, il suo fascismo.
Mi sento perciò di dire che lettera aperta degli uomini di cultura pubblicata sul giornale (“Non in nome di Ezra Pound”, “il manifesto” 11 gennaio) è un cumulo di assurdità. Per difendere Pound gli si dà dell’imbecille: «Straniero in Italia dal 1925 al 1945…una politica (quella di Mussolini) che egli conosceva solo superficialmente». Ma per carità! Forse stiamo scherzando: Pound tra l’altro condusse una trasmissione radiofonica in inglese di propaganda fascista e aderì alla Repubblica di Salò.
Se «nessuno potrebbe mai fare» un’operazione analoga a quella di Casa Pound con Pirandello, come osservano pensosi gli estensori della lettera aperta, questo è dovuto al fatto che Pirandello non ha scritto né fatto cose paragonabili a quelle scritte e fatte da Pound. L’effetto ideologico netto della lettera – pur animata da buone intenzioni – è quello di teorizzare e rivendicare per l’ennesima volta una “zona franca” per la letteratura, di esigere un salvacondotto culturale che garantisca un’impunità culturale assoluta: basta essere un grande poeta.
Tutto il contrario di ciò di cui abbiamo bisogno.
Alfonso Geraci, Palermo

*************
Caro Geraci,
come cofirmatario di quella lettera ti rispondo che è vero che Pound ha detto e scritto cose farneticanti, a ciò condotto dalla sua avversione per l'”usura” e dalla sua autoreferenzialità, ma è anche vero che il fascismo egli se l’era rifatto a sua immagine, e infatti pensava di doverlo spiegare agli italiani spocchiosi, così come aveva rifatto a sua immagine i miti culturali cinesi rinascimentali eccetera, di cui narra la sua poesia. Quanto a Pirandello e Marinetti, quest’ultimo celebrò nel 1944 la X Mas come Pound nei versi scritti alla fine della guerra i “ragazzi che portano il nero”, ma non è la militanza fascista la prima cosa che viene in mente quando parliamo di Marinetti.
Quello che mi pare certo è che i metodi del Pound politico erano diversi da quelli di CasaPound, anche quando indossava i panni del demagogo. Inoltre esiste un Pound delle avanguardie storiche che ha ben poco a che fare col Pound del “Meridiano di Roma”, e che il riaffiorare del suo nome solo in questo contesto oblitera.
Non si tratta quindi di garantire una zona franca al letterato, come peraltro giustamente teme Geraci, ma di impedire che gli aspetti più validi e significativi di una personalità artistica siano del tutto cancellati dagli slogan e dall’uso propagandistico del suo nome in un contesto infausto che riapre vecchie ferite. Con ingenuo ottimismo Pound scriveva nel 1945: «Ma dalla mia tomba sorga una tale fiamma d’amore / che chiunque passi ne provi calore…/ e un lento sopore di pace pervada il passante».
Massimo Bacigalupo

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password