Le trappole «appiccicose» e la pista del Mossad

 Le bombe adesive sono diventate la firma degli attentatori di Teheran. Già  nel novembre 2010 un ordigno simile fu impiegato per uccidere un altro scienziato iraniano. Le «appiccicose» (nel gergo degli artificieri) fanno parte del teatro regionale. In Iraq ne hanno usate a centinaia gruppi qaedisti e sciiti per eliminare funzionari o ufficiali.

 Le bombe adesive sono diventate la firma degli attentatori di Teheran. Già  nel novembre 2010 un ordigno simile fu impiegato per uccidere un altro scienziato iraniano. Le «appiccicose» (nel gergo degli artificieri) fanno parte del teatro regionale. In Iraq ne hanno usate a centinaia gruppi qaedisti e sciiti per eliminare funzionari o ufficiali. A Bagdad sostengono che sarebbero state «importate dall’estero». Semplice la «ricetta»: plastico, telefonino per innescare la carica, talvolta chiodi e biglie per ferire. Spesso ordigni molto piccoli, altre volte voluminosi, capaci di sventrare un autobus. Maneggevoli quel che basta per attaccarli sotto un veicolo o su una portiera. In passato hanno fatto parte dell’arsenale dei fedayn palestinesi durante la guerra civile a Beirut, dei separatisti nordirlandesi e anche della mafia israeliana. Uno dei boss è stato «liquidato» a Tel Aviv, nel 2008, in circostanze che ricordano quelle di Teheran. Per criminali o 007 sono gli strumenti ideali per far sparire un nemico. Quanto alle responsabilità appare intrigante la pista indicata da Parigi. Ieri Le Figaro — citando fonti dei servizi francesi — ha scritto di rapporti tra Mossad e ambienti curdi iracheni, vicini a Massud Barzani. Una collaborazione che conosce una nuova stagione in chiave anti mullah. Uno scenario che prevede l’uso di infiltrati curdi in Iran per compiere azioni di sabotaggio. Magari insieme a elementi dell’opposizione. Un network in grado di superare le misure di sicurezza del regime, compresa l’unità speciale dei pasdaran che deve proteggere gli uomini coinvolti nella ricerca atomica. Potrebbe essere questo patto segreto, forgiato dagli israeliani con gli amici curdi, a rallentare gli sforzi di Teheran. A meno che le voci non siano un diversivo per confondere i servizi e costringerli a inseguire falsi colpevoli. Nella guerra «segreta» in corso contro l’Iran c’è anche questo.

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