Wagon Lits, un mese sulla torre la saga di tre operai irriducibili

Protesta ad oltranza, con la solidarietà  dei milanesi.L’ultima busta paga decurtata per la mancata restituzione della divisa. La gente porta legna, soldi, cibarie. E 8mila firme alla loro petizione. Disoccupati dall’11 dicembre per la soppressione dei convogli notturni

Protesta ad oltranza, con la solidarietà  dei milanesi.L’ultima busta paga decurtata per la mancata restituzione della divisa. La gente porta legna, soldi, cibarie. E 8mila firme alla loro petizione. Disoccupati dall’11 dicembre per la soppressione dei convogli notturni

I panettoni sono ammonticchiati accanto alla legna: su Facebook, ogni giorno, Vincenzo coordina l´arrivo delle nuove scorte, visto che lo spazio è poco e bisogna gestire le consegne. Pino e Michele preparano il caffè e la minestra, davanti a un fornelletto da campo diventato cucina a cinque stelle. Roberto raccoglie le firme e gestisce la contabilità: le adesioni alla petizione sono quasi 8mila, le offerte superano i 200 euro al giorno. Finiscono nel fondo cassa da usare per la spesa e le ricariche telefoniche, le coperte e i sacchi a pelo. Dall´alto, Carmine, Oliviero e Beppe osservano i compagni. E aspettano che la loro protesta giunga al risultato sperato. È passato un mese dalle 2.30 del 9 dicembre, quando Carmine Rotatore, 45 anni, Oliviero Cassini, 48, e Beppe Gison, 40, si sono arrampicati sulla torre-faro accanto al binario 21. E non ne sono più scesi. Gli operai – licenziati dalla Wagon Lits l´11 dicembre per la soppressione dei convogli notturni – chiedono di riavere il loro lavoro e il ripristino di quei treni-notte «senza i quali l´Italia è spezzata in due». Ai piedi del traliccio i colleghi hanno organizzato un presidio a rotazione, accampati con tende e coperte. «Ma sono soprattutto i milanesi – raccontano i tre – che non ci abbandonano: l´appoggio della gente comune è la conquista più bella di queste settimane».

Sono 126 tra Milano e provincia, 152 in tutta la Lombardia, i lavoratori rimasti disoccupati per la riorganizzazione del servizio notturno decisa da Trenitalia. Gli operai – dipendenti di tre ditte appaltatrici di Fs – si occupavano dei servizi di accompagnamento, manutenzione e pulizia dei convogli: alcuni di loro (i cuccettisti) hanno appena ricevuto l´ultima busta paga. Decurtata di una cifra tra i 400 e i 500 euro, trattenuta dall´azienda in via cautelativa, in attesa della riconsegna delle divise e dei palmari di servizio. «Ma molti – spiega Rocco Ungaro, della Filt Cgil – non hanno potuto riconsegnare l´attrezzatura alla fine dell´ultimo turno visto che la ditta ha chiuso e gli stessi funzionari che avrebbero dovuto prendere in custodia il materiale non ci sono più. È assurdo privare gli operai di quella cifra, proprio quando non hanno più uno stipendio».
«Hanno cancellato i treni-notte sostenendo che fossero semivuoti – attaccano i lavoratori – Ma negli ultimi anni veniva occupato fino al 70 per cento dei posti: un record». È proprio sulla ripresa del servizio che si è arenata la trattativa lombarda, dopo la proposta di ricollocazione presentata ai lavoratori il 30 dicembre in Regione. E che è stata firmata da Cisl e Uil, ma non dalla Cgil. «Per noi – sottolinea Rotatore – è fondamentale il ripristino delle corse cancellate». Da qui, la decisione di proseguire nella protesta. «Ci sostiene l´affetto dei colleghi e della città – dice Gison – Certo, è dura: da un mese viviamo in quattro metri quadrati. Anche per questo il medico di Emergency che ci segue da qualche settimana ci ha raccomandato una dieta povera di grassi e di fare qualche esercizio ogni giorno, per evitare che i muscoli si indeboliscano, visto che le possibilità di muoversi sono poche». I giorni scorrono lenti, sul traliccio sopra il binario 21: «Un mese fa – ricorda Cassini – progettavamo di salire qui sopra, sperando che servisse a qualcosa. Pensavamo di resistere qualche giorno, invece è passato un mese. Qualcosa si è mosso, ma ancora non siamo riusciti a ottenere quello che vogliamo: è per questo che andiamo avanti».

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