La loro vicenda artistica sembrava arrivata ormai al capolinea e invece dai momenti di crisi, sia economica che politica, i 99 Posse evidentemente traggono la linfa vitale nonché la necessità per calcare le scene.
La loro vicenda artistica sembrava arrivata ormai al capolinea e invece dai momenti di crisi, sia economica che politica, i 99 Posse evidentemente traggono la linfa vitale nonché la necessità per calcare le scene. A dieci anni dal G8 di Genova in cui furono tra i (pochi) gruppi a animare il movimento dei No Global e a oltre un decennio dall´ultimo disco registrato in studio (La vida que vendrà), la band napoletana capitana da Luca Persico detto ‘O Zulù è tornata con un nuovo album di inediti, Cattivi guagliuni, e un tour che questa sera passerà dall´Alcatraz.
Scioltisi nel 2005 e riunitisi nel 2009 in occasione del ventennale della fondazione, i 99 Posse nei primi anni Novanta furono tra i pionieri di un genere, il rap, che ancora nessuno era riuscito a declinare in italiano. Oggi ritornano in un momento in cui sono moltissimi ad affollare la scena hip hop. «I tempi sono cambiati, è vero» ha spiegato Persico «ma abbiamo scoperto che il nostro repertorio degli anni Novanta è tristemente attuale. Dopo la reunion però sentivamo il bisogno di qualcosa di attuale, non volevamo andare in tour per suonare sempre gli stessi pezzi». Il risultato è stato un disco, Cattivi guagliuni, che canta temi come il precariato, le morti sul lavoro e la politica (ce n´è anche per il PD) e ha coinvolto artisti come Daniele Sepe, Caparezza e il regista americano Abel Ferrara, chiamato a dirigere il video del primo singolo.
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