Centri sociali legalizzati a Genova

Per la prima volta in Italia i centri sociali vengono riconosciuti ufficialmente da un Comune. Quattro spazi occupati genovesi, Zapata, Buridda, Terra di nessuno e Pinelli, giovedì sono stati «regolarizzati» dal Comune di Genova con la firma, a Palazzo Tursi, di un protocollo d’intesa tra gli assessori Andrea Ranieri (cultura) e Bruno Pastorino (politiche della casa) e Don Andrea Gallo come rappresentante dell’Associazione per la promozione di spazi sociali autogestiti.

Per la prima volta in Italia i centri sociali vengono riconosciuti ufficialmente da un Comune. Quattro spazi occupati genovesi, Zapata, Buridda, Terra di nessuno e Pinelli, giovedì sono stati «regolarizzati» dal Comune di Genova con la firma, a Palazzo Tursi, di un protocollo d’intesa tra gli assessori Andrea Ranieri (cultura) e Bruno Pastorino (politiche della casa) e Don Andrea Gallo come rappresentante dell’Associazione per la promozione di spazi sociali autogestiti. «Il Comune intende potenziare l’attenzione nei confronti delle varie forme in cui l’aggregazione giovanile si manifesta e valorizzare la pratica dell’autogestione», si legge nel protocollo. Quindi da qui in poi niente più sgomberi, anche se la cosa non è andata giù a un politico di destra e i carabinieri giovedì mattina hanno acquisito il documento presso l’ufficio di giunta, qualche ora prima della firma ufficiale. «È straordinario che ci sia grande interesse nel momento in cui si regolarizzano questi spazi, sono diciotto anni che occupano – commenta Ranieri – Oggi diamo piena rappresentanza ad attività che hanno attirato molti giovani, è un’operazione di messa in chiaro e in trasparenza dell’occupazione. I centri sociali pagheranno affitto, luce e gas con l’abbattimento previsto per tutte le associazioni senza fini di lucro. In compenso entrano a far parte della rete culturale cittadina, per cui il Comune potrebbe realizzare delle iniziative nei quattro spazi».
Vince
la partecipazione
L’accordo riconosce al Pinelli il nuovo edificio in via Piacenza, lo Zapata rimarrà ai Magazzini del cotone a Sampierdarena e l’edificio diventerà comunale grazie a una permuta col demanio. Buridda va al mercato del pesce di piazza Cavour ma i laboratori resteranno in via Bertani finché l’edificio non sarà venduto e infine il Terra di nessuno resta in via Bianchi ma in un prefabbricato. Pastorino ha aggiunto che «i centri sociali sono luoghi di iniziativa culturale e politica» e che «l’accordo si è raggiunto per una forte decisione dell’amministrazione e il fatto che i ragazzi dei centri sociali non sono stati a sentire chi da fuori consigliava di lasciar perdere». Don Gallo ritiene che «i centri sociali siano un’anticipazione di democrazia e che autogestione significa investire i giovani dei doveri di una partecipazione democratica». Insomma latte e miele. Poi hanno parlato i portavoce. Lo Zapata commenta che «il Comune riconosce che la lotta per la riappropriazione degli spazi sociali è giusta e legittima». I due assessori aggrottano il sopraciglio. Il Tdn sottolinea che il documento non è un regalo a degli sbandati come dice la Lega, visto che molti di mestiere fanno gli operatori sociali. Al Pinelli raccontano di aver incontrato un sacco di gente dopo esser passati dall’altra sponda del Bisagno, «comunque il nostro riferimento resta il collettivo», sottolineano. Buridda conclude che «l’assegnazione degli spazi è un riconoscimento» e che «l’occupazione si allargherà a tutti quei bisogni che il profitto sottrae alla partecipazione».

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