Su “Lettera Internazionale” un intervento del celebre autore. Il fascino di quelle acque raccontato dagli antichi e tramandato fino a oggi
Su “Lettera Internazionale” un intervento del celebre autore. Il fascino di quelle acque raccontato dagli antichi e tramandato fino a oggi
Non solo con i nostri occhi guardiamo e scopriamo il mare. Lo vediamo anche come lo hanno guardato gli altri, com´è nelle immagini e nei racconti che ci hanno lasciato. Veniamo a conoscerlo e lo riconosciamo al tempo stesso. Conosciamo anche i mari che non vedremo mai, mari nei quali mai ci immergeremo. Le descrizioni che seguono non sono solo mie.
Non so in che modo guardavano al Mare Adriatico quelli che giunsero per primi alle sue sponde: che ne sapevano degli altri mari? Sei secoli prima della nascita di Cristo, Ecateo di Mileto soggiornò sul versante orientale e su quello occidentale. Il “padre della geografia” (così è chiamato da sempre) fece menzione della città di Adria, dalla quale il Mare Adriatico avrebbe preso il suo primo nome. I Greci e i Romani lo chiamavano talvolta mare, talaltra golfo: Adriatike thalassa o Adriatikos kolpos o jonios kolpos, Hadriaticum Mare o Sinus Hadriaticus. Questo dualismo ne accompagnerà il destino.
Hadria (Atria, Adria) è annotata nelle prime carte geografiche, sulla sesta tabula di Tolomeo. Si trovava a sud dell´odierna Venezia, a nord di Ravenna. Né Eratostene né Strabone, che la menzionano, hanno chiarito le ragioni per cui fosse così importante da estendere il suo nome all´intero mare. E il mare celò questo mistero. L´antica Adria non esiste più da tempo, come non c´è più la vecchia Aquileia, detta una volta “seconda Roma”. Né l´una né l´altra hanno attirato abbastanza i paleologi. Aquileia è stata estromessa dalla storia. Gli elementi hanno separato Adria dal mare. I fiumi spostano le sponde: le foci del Brenta e dell´Adige, del Po di Levante e del Po di Maistra, della Pila e delle Tolle, di Goro e di Gnocca… Il fango invade le città di mare. Non hanno dappertutto un destino favorevole. Sulla sponda orientale dell´Adriatico, sono precipitate in mare la illirica Cissa (Kissa) nell´isola di Pago, parti dell´antica Issa in quella di Lissa, le mura di Risan, la greca Rhison, nelle bocche di Cattaro. Epidauro fu distrutta dai barbari. Le tracce di Salona sono state sepolte dall´incuria. Su queste rive si incrociavano le vie del sale e del grano, quelle dell´olio e del vino; le spezie e la seta venivano da Levante e dal Sud, l´ambra e lo stagno da Ponente e dal Nord. Un mare come questo suscitò l´invidia del mondo.
Erodoto conobbe Adrìas e ne attribuì la scoperta ai Focei. L´Adriatico antico era più grande del presente. Secondo il Nuovo Testamento, questo mare si estendeva fino a Creta verso Oriente, fino alla Sicilia verso Occidente, bagnava le coste della Tunisia, giungeva fino a Malta dove, a leggere gli Atti degli Apostoli (27:1-28:30), san Paolo trovò rifugio dopo il naufragio lungo il suo itinerario apostolico dalla Terra Santa alla Città Eterna. Il Mare Jonio era allora una parte dell´Adriatico, un suo golfo. Non sappiamo se l´imperatore Adriano abbia ricevuto il nome da Adria o dal Mare Adriatico. Ancona, allora, ne era il porto principale, con il suo famoso molo sotto il monte Conero che poteva stare alla pari degli antichi moli di Alessandria e del Pireo. Il Mare Adriatico veniva inoltre chiamato Superiore: Mare Superum. Il Tirreno era quello inferiore: Mare Inferum. Inferiore qualche volta era detto anche lo Jonio. Forse è da quell´epoca che si è conservata sull´Adriatico una certa idea di predominio o di grandezza che non è estranea agli abitanti delle sue sponde. L´immagine di un mare superiore e grandioso, confermata dalla Sacra Scrittura e dalla fama di Adriano, dovrà poi confrontarsi con quella più modesta e angusta che gli hanno assegnato la storia e la sorte.
Non sappiamo quali immagini del mare avessero coloro che per primi si affacciarono sull´Adriatico. Certo, ne erano ammirati gli antichi Greci e i Romani, i loro predecessori e i successori. Plinio il Vecchio annotò, oltre al resto, le antiche denominazioni di molte città: da Trieste (Tergeste) fino a Otranto sul versante occidentale, da Zara (Iader) fino a Dulcigno (Olcinium) su quello orientale (…).
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