Dopo quattro giorni di proteste tra la Francia e la Germania, si è concluso all’alba di ieri il viaggio di Castor, un convoglio ferroviario composto da undici vagoni di scorie nucleari (150 tonnellate di uranio) provenienti dal centro Areva di La Hague, in Francia.
Dopo quattro giorni di proteste tra la Francia e la Germania, si è concluso all’alba di ieri il viaggio di Castor, un convoglio ferroviario composto da undici vagoni di scorie nucleari (150 tonnellate di uranio) provenienti dal centro Areva di La Hague, in Francia. Ma le proteste si sono spostate sulle strade che portano al sito di stoccaggio di Gorleben, in Bassa Sassonia, delle ex miniere di sale utilizzate come «deposito temporaneo» di scarti nucleari. È qui che arriveranno i camion sui quali sono state trasferite le scorie. Grazie ai numerosi blocchi dei binari il viaggio di Castor è durato 116 ore, un record per viaggi di questo genere. L’ultimo, nel 2010, anch’esso più volte bloccato dagli antinuclearisti, aveva impiegato 92 ore per arrivare a destinazione. Per rallentare il viaggio dei camion sono stati organizzati diversi blocchi, uno dei quali con venticinque trattori a sbarrare la strada. Durante le proteste di domenica a Dannenberg la polizia tedesca (ben 20 mila gli agenti schierati lungo il percorso) aveva arrestato 1.300 manifestanti che avevano provato a stendersi sui binari per impedire il passaggio del convoglio, altre decine erano state fermate nei giorni precedenti. Centocinquanta i feriti in tre giorni di proteste.
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