La risposta all’inconsistenza delle politiche del G8 e del G20. E’ questa l’attesa di migliaia di attivisti dei movimenti sociali che si stanno riunendo a Istanbul, in Turchia, in occasione del sesto Forum Sociale Europeo (FSE-ESF) dal titolo “Un’altra Europa è necessaria“ che prende il via oggi e si concluderà domenica 4 luglio.
La risposta all’inconsistenza delle politiche del G8 e del G20. E’ questa l’attesa di migliaia di attivisti dei movimenti sociali che si stanno riunendo a Istanbul, in Turchia, in occasione del sesto Forum Sociale Europeo (FSE-ESF) dal titolo “Un’altra Europa è necessaria“ che prende il via oggi e si concluderà domenica 4 luglio.
Il percorso del Forum Sociale Europeo, nato nel 2002 a Firenze un anno dopo la mobilitazione genovese del G8, si è sviluppato negli anni seguenti a Parigi, Londra, Malmoe accompagnando l’elaborazione politica dei movimenti sociali europei. A Istambul saranno oltre duecento i seminari a cui prenderanno parte rappresentanti di centinaia di organizzazioni e reti sociali europee per contribuire ad un’agenda comune capace di contrastare gli effetti dell’attuale sistema economico e finanziario internazionale.
“Può essere un momento importante per i movimenti, soprattutto in Europa” – ha affermato Monica Di Sisto, vicepresidente dell’organizzazione equosolidale Fair presente in questi giorni ad Istanbul. “Davanti ad una crisi di sistema così pesante, causata da una finanza senza controlli e da un’economia senza responsabilità, la risposta non può essere che una: cambiare modello. Dalla crisi sociale che sta investendo i nostri Paesi a quella ambientale che con il cambiamento climatico sta raggiungendo livelli preoccupanti, non abbiamo bisogno delle risposte di Summit in crisi di credibilità come il G8 o il G20, le cui ricette sono state la causa stessa della situazione che stiamo vivendo, ma di una vera mobilitazione sociale, mettendo in campo intelligenze e proposte alternative”.
Fin dal 2002, il Forum Sociale Europeo ha motivato la convergenza di molte iniziative politiche, sociali e culturali in Europa. E’ stato il punto d’inizio della grande mobilitazione contro la guerra in Iraq, le campagne contro la direttiva europea che ha promosso la privatizzazione dei servizi pubblici e ha rafforzato i movimenti popolari per la giustizia climatica, la sovranità alimentare e contro la privatizzazione dell’acqua.
“Da Istanbul ci aspettiamo un forte rilancio dell’iniziativa dei movimenti – conclude Monica Di Sisto – soprattutto in vista della Giornata di azione globale sulla giustizia sociale e climatica del 12 ottobre prossimo, promossa da reti internazionali come Climate Justice Now! e da Via Campesina, un’iniziativa che dovrebbe accompagnare le mobilitazioni verso Cancun 2010, dove si terrà nel prossimo dicembre la Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico“.
Tra le iniziative seguite da Fair al Forum Sociale Europeo di Istanbul due seminari promossi dalla Clean Clothes Campaign, di cui Fair è tra le realtà promotrici in Italia attraverso la campagna Abiti Puliti, focalizzati sulle condizioni di lavoro nel settore tessile e sulle possibili alternative, prendendo come caso studio la situazione della lotta delle lavoratrici e dei lavoratori alla DESA in Turchia.
Di recente la campagna Abiti Puliti e la Clean Clothes Campaign hanno riaperto la petizione internazionale proprio per rivendicare i diritti dei lavoratori della fabbrica di pelletteria DESA dalla quale si riforniscono numerosi marchi internazionali tra cui la ditta italiana Prada. [GB]
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