MILANO Le scuole in corteo puntano alla Bocconi

A protestare, con i sindacati di base, sotto le finestre del rettore onorario

A protestare, con i sindacati di base, sotto le finestre del rettore onorario

MILANO.  Né Monti, né Tremonti. Oggi gli studenti milanesi daranno il benvenuto al nuovo governo sfilando in corteo insieme ai sindacati di base. Una parte del corteo studentesco (lo spezzone di LabOut e della Rete degli Studenti) andrà a protestare sotto le finestre della Bocconi di cui Monti è rettore onorario. Anche i Collettivi studenteschi annunciano azioni contro obiettivi simbolici e chiedono al neo ministro dell’Istruzione Francesco Profumo di cancellare la riforma Gelmini.
Lavoratori e studenti si sono dati appuntamento alle 9 in largo Cairoli. Partiranno tutti insieme, poi si daranno obiettivi e modalità di protesta diverse ma con lo stesso significato. Il presidente del consiglio è cambiato ma la sostanza appare sempre la stessa: Monti rappresenta il capitalismo finanziario che è all’origine della crisi e per i milanesi che oggi sono in piazza non può essere un sollievo passare dal governo del cavaliere di Arcore a quello della Bocconi e della Cattolica. È il rovescio della stessa medaglia. Solo l’altra faccia, più presentabile e rassicurante, del capitalismo meneghino. Per la Rete degli studenti Monti è un «burattino dei banchieri, l’ennesima riprova di un sistema finanziario che cerca di modellare a propria immagine le odierne società». Cub e Cobas non hanno nessuna intenzione di accettare «il modello di sviluppo fondato sui valori e sugli interessi del capitale sostenuto dai sacerdoti delle banche centrali» e lottano per un modello «ecosostenibile fondato sui beni comuni, la redistribuzione, il diritto al lavoro, alla casa, all’istruzione e alla salute».
«Save school not banks». I Collettivi studenteschi nella giornata mondiale dello studente puntano prima di tutto a difendere la scuola pubblica e ricordano al neo ministro Profumo una sua dichiarazione del 2008: «Se il governo non cambierà strada ritirando tagli insostenibili non potrò che dimettermi». La pensa ancora così? Allora gli chiedono il ritiro della riforma Gelmini, dei tagli alla scuola pubblica e dei vantaggi alla scuola privata e confessionale. Per questo non gradiscono affatto la nomina del neo ministro della cultura Lorenzo Ornaghi, rettore dell’università Cattolica.

 

 

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