Formazione/ CORTEI IN DIVERSE CITTà€ CONTRO I TAGLI DEL GOVERNO
Formazione/ CORTEI IN DIVERSE CITTà€ CONTRO I TAGLI DEL GOVERNO ROMA. Alla facoltà di architettura della Sapienza di Roma esistono almeno cinquecento studenti che rischiano di non diventare architetti. Sono i laureati del corso triennale di architettura degli interni e allestimenti che, a settembre, non hanno potuto iscriversi al biennio della specialistica perchè nel frattempo la «riforma» Gelmini ha cancellato il loro corso di laurea.
La truffa è stata denunciata da una lettera inviata qualche giorno fa a Il Manifesto da uno di questi ragazzi «senza futuro» (questa era la firma che si leggeva accanto al nome proprio). «Mi sono laureato lo scorso marzo – si legge nel messaggio di colui che si definisce anche «un 3 senza 2 e non più un 3+2» – ma ormai i miei due anni di laurea magistrale non esistono più, sono spariti nel nulla. Non capisco come abbiamo potuto pensare ad un corso triennale che non garantisce l’accesso alle specializzazione in altri atenei italiani». A seguito di un colloquio avvenuto lo scorso aprile con il preside di corso di laurea Lucio Attarelli e con il preside della facoltà «Ludovico Quaroni» Renato Masiani (che da settembre è stata riaccorpata con «Valle Giulia» in un’unica mega-facoltà composta da 7 corsi di laurea), agli studenti è stato assicurato che, una volta recuperati alcuni «crediti formativi» attraverso due esami, avrebbero potuto iscriversi al biennio magistrale in un altro ateneo e finalmente conseguire la laurea. Costo dell’operazione: 100 euro ad esame, pagati alla Sapienza con un bonifico effettuato presso Unicredit-Banca di Roma. Dopo avere fatto l’esame, molti dei «senza futuro» già laureati (sono in 300) o ancora studenti (altri 200) hanno provato ad iscriversi alla facoltà di architettura della Terza università di Roma, a quella di Firenze o di Parma. E hanno trovato una brutta sorpresa: la loro laurea non vale nulla, i crediti pagati 200 euro sono falsi e sono stati tutti respinti. Le facoltà di architettura hanno contestato la provenienza dei crediti ottenuti dopo la laurea, poiché non rientrano in un regolare curriculum, oltre al fatto che a questi esami non corrisponde un voto, ma solo un’idoneità.
A questo punto cosa fare? Rinunciare agli studi o provare, in qualsiasi modo, a rientrare nell’università dalla quale, senza volerlo, sono stati espulsi? Truffati e derubati di crediti e, soprattutto, di futuro, gli studenti hanno scelto la soluzione più logica. Si sono iscritti al corso di laurea quinquennale in architettura, sperando così di arrivare alla laurea senza essere costretti a rifare troppi esami. Ma nemmeno questo ha funzionato. La stessa Sapienza che aveva consigliato di fare due esami a pagamento per continuare gli studi altrove non ha riconosciuto la validitèà di questo percorso. Invece di iscriverli al quarto anno, ha obbligati gli studenti a ricominciare dal secondo. «Moralmente umiliato non ho accettato – continua il racconto il nostro «studente senza futuro» – Ho provato a parlare con il preside, ma non mi ha mai ricevuto. Ho bisogno di aiuto, voglio solo studiare e non ne ho più la possibilità. Come me, ci sono tanti altri ragazzi, che hanno fatto sacrifici economici e non solo, ed ora ci ritroviamo con una laurea, che è un pezzo di carta nel vero senso della parola».
Dai primi riscontri effettuati ieri sembra che il preside di Architettura abbia previsto di incontrare nei prossimi giorni il Ministero dell’università per affrontare quella che alcune fonti a Valle Giulia definiscono «un caso penoso». Nel frattempo, centinaia di ragazze e ragazzi che hanno in media tra i 24 e i 25 anni, hanno dovuto fare di necessità virtù. C’è chi ha accettato di ricominciare gli studi dal secondo anno, chi si è iscritto al corso di restauro o a quello per i paesaggisti. Questo è uno dei risultati dei tagli imposti dal Miur ad una facoltà che, negli ultimi anni, ha moltiplicato corsi di laurea per distribuire cattedre senza alcun criterio che non fosse quello degli interessi dell’accademia. Ora che i tagli proseguono alla cieca, mentre l’autonomia degli atenei non permette alle singole facoltà di coordinarsi per trovare un accordo minimo persino sui regolamenti utili a garantire la mobilità tra i corsi di laurea, sono soprattutto gli studenti a farne le spese. Oggi è prevista a Roma una giornata di mobilitazione degli studenti medi, mentre domani quelli dell’Uds sfileranno in almeno 20 piazze italiane, da Palermo a Torino.
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