I morti nel conflitto, da ambo le parti, sono stati 1303
Secondo i dati di Euskal Memoria i morti in totale sono stati 1303. Eta ha ucciso nelle sue azioni 839 morti, di cui 436 erano poliziotti o militari, compresi una ventina di generali, un numero impressionante di alti in grado che non si era registrato in nessun conflitto precedente
I morti nel conflitto, da ambo le parti, sono stati 1303
Secondo i dati di Euskal Memoria i morti in totale sono stati 1303. Eta ha ucciso nelle sue azioni 839 morti, di cui 436 erano poliziotti o militari, compresi una ventina di generali, un numero impressionante di alti in grado che non si era registrato in nessun conflitto precedente
I morti di Eta e in più in generale del nazionalismo indipendentista basco sono stati 464. Di questi non parla mai nessuno, la cifra è sostanzialmente un tabù. L’ultima vittima si chiamava Jon Anza.
In tutti questi anni sono 14 mila gli uomini e le donne che, a titolo diverso, hanno fatto parte di Eta e un centinaio di questi hanno perso la vita nella militanza.
Eta nel corso degli anni è protagonista di una evoluzione strategica-militare: all’inizio erano commandos contro forze di sicurezza, poi obiettivi allargati con la tecnica dell’autobomba che ha fatto segnare una svolta nelle vittime che non erano diretti obiettivi dell’azione armata. Il caso Hypercor ne è l’esempio più significativo (19 giugno 1987, attentato a Hipercor, Eta avvisa, ma secondo il Tribunal Supremo spagnolo non vi fu evacuazione. Fu un massacro). E poi una nuova fase ancora, quando Eta passò agli obiettivi politici con l’assassinio di Gregorio Ordonez, 1995, segretario del Partido popular basco. Eta decise di colpire i politici così come avevano fatto i paramilitari pagati dallo Stato quando uccisero Santi Brouard o il deputato e giornalista Josu Muguruza.
La questione delle vittime è diventata ora un elemento di forte peso politico sul quale sta giocando la destra spagnola, sapendo che come dice la destra le vittime sono il loro riferimento politico e loro guardano alle vittime come unico riferimento per arrivare alla soluzione del conflitto.
Ma le vittime e il dolore provocato dalla strategia di Eta, elemento ineludibile e che va affrontato, non può essere la chiave fondamentale di quello che è un conflitto politico. Che ha avuto, purtroppo, espressioni violente, ma che rimane ancora insoluto.
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