Sarkozy aveva demolito il Maggio francese. I due rivali per la presidenza erano troppo piccoli per salire sulle barricate. L’eredità della rivoluzione è “una linea di frattura netta” fra i due candidati
Sarkozy aveva demolito il Maggio francese. I due rivali per la presidenza erano troppo piccoli per salire sulle barricate. L’eredità della rivoluzione è “una linea di frattura netta” fra i due candidati
PARIGI – «Quei ragazzi del Maggio Sessantotto che camminavano con la testa tra le stelle hanno capito che bisognava cambiare una società opprimente e arcaica». Passano gli anni e i presidenti, ma la Francia è ancora idealmente sui pavé di Saint-Germain-des-Prés, a litigare sull´eredità controversa di quelle giornate di rivoluzione senza programma, quella ventata libertaria ed edonista che ha svecchiato i costumi e formato gran parte dell´attuale élite intellettuale. A riaprire l´eterno dibattito è stato François Hollande. Il candidato socialista alle presidenziali ha fatto un esplicito riferimento al Sessantotto nel suo discorso di investitura, tessendo l´elogio dei giovani che all´epoca sfidarono il potere. Secondo il leader Ps, ci sarebbe un filo rosso che lega la contestazione dell´epoca agli “indignati” che manifestano oggi. «Sono semplicemente uomini e donne che scelgono di sollevarsi quando diventano troppi i conservatorismi, le ingiustizie» ha spiegato, rivolgendo uno sguardo a Stephane Hessel, l´autore del libello “Indignatevi!” che lo stava ascoltando tra i militanti.
Il riferimento di Hollande non è casuale. Nicolas Sarkozy ha più volte annunciato di voler «voltare pagina» e rottamare per sempre gli ideali di quella rivolta. «Ha imposto il relativismo intellettuale e morale – disse nel 2007, come uno dei suoi obiettivi programmatici – ha sancito che non c´era differenza tra il bene e il male, che non c´era gerarchia di valori, che tutto era permesso, che l´autorità non esisteva più». Anche quando è diventato presidente, Sarkozy ha continuato a ripetere la sua invettiva. Ora Hollande ha deciso di rivalutare un´utopia che, secondo lui, inseguiva «una società fraterna rispettosa dell´Uomo e della Natura, un rifiuto del benessere materiale come unica misura».
«Il Sessantotto entra in campagna elettorale» scrive Le Monde che ha scrutato i temi sui quali si affronteranno i rivali per l´Eliseo. Mentre sulla crisi alcune soluzioni possono essere condivise, su questo c´è «una linea di frattura netta tra i due candidati» osserva ancora il quotidiano. Il leader socialista aveva scritto inizialmente un testo più sfumato sull´eredità del Sessantotto, citando «eccessi, illusioni, chimere» dell´epoca, ma ha poi tagliato questo passaggio nel discorso pronunciato davanti ai militanti. Sarkozy e Hollande sono della stessa generazione. Il presidente, nato nel 1955, è solo un anno più giovane. Nel Sessantotto, erano entrambi troppo piccoli per partecipare alle manifestazioni. Il socialista ha sempre detto che avrebbe protestato con i ragazzi del quartiere latino, mentre Sarkozy sarebbe andato alla manifestazione gollista sui Campi Elisi. «Non lo biasimo – ironizza oggi Hollande – forse per lui è stato difficile accettare quello che stava accadendo». Oggi come allora, sulle opposte barricate.
0 comments