Wikileaks corre sil rischio di dover sospendere la sua azione per mancanza di fondi. Con queste parole Julian Assange ha illustrato ieri la situazione economica dell’organizzazione, indicando nel blocco dei trasferimenti dei fondi decretato da Visa, MasterCard e PayPall il nodo scorsoio che rischia di strangolarla.
Wikileaks corre sil rischio di dover sospendere la sua azione per mancanza di fondi. Con queste parole Julian Assange ha illustrato ieri la situazione economica dell’organizzazione, indicando nel blocco dei trasferimenti dei fondi decretato da Visa, MasterCard e PayPall il nodo scorsoio che rischia di strangolarla. Ogni possibilità di donazione è infatti resa impossibile, visto che i fondi arrivavano per il novanta per cento attraverso le società di intermediazione tra i donatori privati e Wikileaks. Il blocco delle donazioni era stato preso da Visa, Mastercard e PayPall dopo le pressioni del dipartimento di stato statunitense, che vede in Wikileaks un pericolo per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Dunque, il lavoro di Wikileaks rischia di essere interrrotto non perché Julian Assange è stato estradato negli Stati Uniti, né perché qualche cyberwarrior del Pentagono è riuscito a violare i server di Wikileaks per cancellare i dati memorizzati. L’attacco condotto contro Wikileaks è stato «soft», impalpabile come i bit che attestano il trasferimento di dieci dollari o di cinque euro nelle sue casse. Mai si è visto in Rete una così stratta collaborazione tra imprese private e un governo nella repressione di un’esperienza che metteva in luce quello che i militari o la diplomazia voleva che restasse nascosto. È una nuovo tappa del tentativo di controllo e eterodirezione di uno strumento – la Rete – che consente spesso di violare il muro di gomma di un’informazione addomesticata. Ma la conferenza stampa di Julian Asssange non è però l’annuncio della fine, ma un j’accuse contro il potere costituito, segnalando cche Wikileaks vuol continuare la sua battaglia. Chiamando a raccolta tutti gli amanti della libertà di espressione. Una chiamata che non può che essere accolta.
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