Grecia, rispunta la strategia della tensione

ATENE Varie piste dopo l’attentato di giovedì sera. Si parla anche di servizi deviati

ATENE Varie piste dopo l’attentato di giovedì sera. Si parla anche di servizi deviati

ATENE. L’attentato contro il ministero della protezione del cittadino ad Atene, che ha ucciso giovedì sera uno stretto collaboratore del ministro Michail Chrisochoidis, ha messo in stato di allerta tutti i servizi di sicurezza, ma anche l’intero mondo politico e soprattutto il governo. Ministri ed alti esponenti del Pasok non dichiarano pubblicamente la loro preoccupazione, ma esperti di terrorismo temono che questo atto dinamitardo potrebbe essere l’anteprima di altre azioni violente, soprattutto sulla scorta delle pesanti misure di austerità imposte alla popolazione. Il terrorismo «trova facile terreno quando vengono applicate misure impopolari» ha affermato al manifesto Mery Bossi, professoressa all’università del Pireo, aggiungendo che «cresce la tensione sociale, ma anche la strategia della tensione, che a qualcuno fa comodo».
Non a caso gli ignoti hanno deciso di agire proprio nel momento in cui il gabinetto ha approvato il progetto di legge sulla riforma delle pensioni che prevede il congelamento e la riduzione degli emolumenti, elevando l’età pensionabile. Il progetto di legge – che sarà discusso nei prossimi giorni dal parlamento, mentre i sindacati hanno convocato uno sciopero generale per martedì – include una riforma del mercato del lavoro che facilita i licenziamenti e taglia le liquidazioni.
A prima vista sembra che l’attentato ancora non rivendicato sia opera dei resti del principale gruppo armato «Lotta Rivoluzionaria» (Ea), quasi del tutto smantellato nei mesi scorsi con l’arresto di sei capi. Oppure del gruppo «Cospirazione dei nuclei di fuoco» che a maggio rispose a tali arresti con attentati ad Atene e Salonicco. Non si esclude neppure un gruppo poco conosciuto, «Volontà di Popolo», che nel febbraio scorso compì un attentato contro l’ufficio privato del ministro della protezione del cittadino ad Atene.
Secondo le prime analisi l’esplosivo, contenuto in una scatola da scarpe, sarebbe dello stesso tipo della bomba che a marzo uccise un ragazzo afghano davanti ad un edificio della polizia di Atene. Gli inquirenti, però, non escludono alcuna pista, mentre la dichiarazione dell’ ex viceministro dell’ ordine pubblico, Christos Markojannakis, che «non si può escludere un aiuto dall’interno» della polizia avvalora l’ipotesi che l’ attentato potrebbe essere opera di un nucleo dei servizi segreti.

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