Dal 69 al 73 il 95% degli attentati sono avvenuti a opera della destra eversiva, così pure l’85% nel 1974 e il 78% nel 1975.
Dal 69 al 73 il 95% degli attentati sono avvenuti a opera della destra eversiva, così pure l’85% nel 1974 e il 78% nel 1975.
Le cifre delle vittime non vengono mai fornite disaggregate. Se lo si facesse, si potrebbe sapere che il maggior numero di vittime in quegli anni non è stato causato dai gruppi di sinistra. Su 419 vittime, sono meno di un terzo quelle attribuite alla lotta armata di sinistra.
È stata sanguinosa anche la repressione poliziesca delle lotte operaie. Dal dopoguerra al 1969 vi sono state 171 vittime tra manifestanti.
Le stragi sono rimaste impunite.
I militanti della lotta armata hanno invece scontato complessivamente 50.000 anni di carcere: una misura senza eguali nella storia, non solo italiana. Furono 20.000 gli inquisiti e circa 6.000 gli incarcerati.
Dopo la Liberazione, i processi per collaborazione con il fascismo colpirono circa 43.000 persone: 23.000 furono amnistiate già in fase istruttoria e altre 14.000 liberate con formule diverse. I condannati in via definitiva furono 5.928. 5.328 beneficiarono di amnistia, indulto e grazia. Sette anni dopo la sconfitta del fascismo, nel 1952, in carcere rimanevano solo 266 condannati.
Questo, assieme alla mancata epurazione, determinò il fatto che, ancora negli anni Sessanta, praticamente tutti i questori, i vicequestori, i prefetti e i viceprefetti, così come molti magistrati, provenivano dai ranghi dell’amministrazione statale fascista.
La democrazia italiana era nato con il baco dentro, capace di farla marcire presto.
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