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I cinquant’anni della Marcia di Assisi 200mila persone in cammino per la pace

Tra bandiere arcobaleno e slogan: “C’è la crisi e invece di tagliare le spese militari diminuiscono quella sociale” 

Tra bandiere arcobaleno e slogan: “C’è la crisi e invece di tagliare le spese militari diminuiscono quella sociale” 

PERUGIA – Sono state più di 200 mila le persone, dicono gli organizzatori della Tavola della pace, che ieri, con un mare di bandiere arcobaleno sopra le teste, hanno partecipato alla diciannovesima Marcia della pace da Perugia ad Assisi, su quei 24 chilometri che cinquant´anni fa il filosofo della nonviolenza Aldo Capitini progettò come vetrina ideale per dimostrare contro il pericolo nucleare e che proprio nel 1961 Capitini percorse insieme a Norberto Bobbio, Renato Guttuso, Italo Calvino. Lo striscione portato a mano allora, è ricomparso ieri.
Oggi, in una giornata soleggiata, i marciatori hanno ricevuto la benedizione di Papa Benedetto XVI che, in un messaggio, ha evidenziato «l´universale valore della pace nel rispetto dei diritti e dei doveri di ciascuno». I movimenti che hanno marciato rappresentano da tempo l´altra politica italiana: associazioni laiche e religiose, scout, sindacati, gruppi spontanei, parrocchie e aggregazioni politiche, istituzioni con sindaci e gonfaloni portati dai vigili urbani, singoli marciatori con zainetto, agricoltori, amici della bici, Unione ciechi, animalisti, Anpi, No Tav. C´erano alcuni giovani dei paesi arabi, la sponda mediterranea in fermento. In una mozione finale l´assemblea ha affermato, tra l´altro: «C´è bisogno di dare all´Italia un governo di pace e una nuova politica».
Pochi i politici, quest´anno. Tra loro il segretario di Sinistra e libertà Nichi Vendola: «È insopportabile che l´Europa e l´Italia pensino di combattere la crisi tagliando le spese per il sociale mentre c´è il tabù assoluto delle spese militari». Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli: «In Germania hanno tagliato proprio sul comparto militare». E il presidente del Pd, Rosy Bindi, ha chiesto «un governo che riporti al centro dell´azione politica la crescita, il lavoro, l´equità».

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