11/9 cileno In piazza gli studenti

Sono passati 10 anni dall’11 settembre, «quello che non richiede di specificare l’anno», come si legge sull’International Herald Tribune di ieri. Un po’ di più ne sono passati invece da un altro 11 settembre, che richiede ancora di specificare l’anno: 1973. Si parla di Cile e del colpo di stato militare che ha messo fine al governo democraticamente eletto, oltre che alla vita, di Salvador Allende e ha dato il via alla lunga dittatura del generale Augusto Pinochet.

Sono passati 10 anni dall’11 settembre, «quello che non richiede di specificare l’anno», come si legge sull’International Herald Tribune di ieri. Un po’ di più ne sono passati invece da un altro 11 settembre, che richiede ancora di specificare l’anno: 1973. Si parla di Cile e del colpo di stato militare che ha messo fine al governo democraticamente eletto, oltre che alla vita, di Salvador Allende e ha dato il via alla lunga dittatura del generale Augusto Pinochet.
Allende fu eletto nel 1970 con un voto in cui raggiunse la maggioranza relativa, e guidò una coalizione chiamata Alleanza popolare. L’11 settembre 1973 l’esercito, guidato da Pinochet, assediò il palazzo presidenziale attaccandolo via terra e bombardandolo con aerei caccia di fabbricazione britannica. Allende morì durante l’assedio: le cause della morte sono rimaste a lungo non chiare, anche se ormai pare che si sia suicidato con un colpo di fucile.
Gli effetti del golpe militare sono stati devastanti: si è passati da un governo democratico che cercava di modernizzare il paese con riforme strutturali improntate all’eguaglianza sociale a una dittatura che per 17 anni ha represso qualsiasi forma di opposizione, violato sistematicamente i più elementari diritti umani e imposto un neoliberismo sfrenato.
Nel decennale dell’11 settembre per antonomasia il Cile ricorda oggi il suo 11 settembre di 37 anni fa, ma non con commemorazioni ufficiali o minuti di silenzio. Lo ricorda con una nuova manifestazione del movimento studentesco che ormai da diversi mesi sta mettendo in crisi il governo conservatore di Sebastian Piñera con le sue rivendicazioni. Gli studenti contestano la «mercificazione dell’istruzione» e chiedono «un’istruzione pubblica, di qualità e costituzionalmente garantita come diritto sociale»: mettono così in discussione le basi del «modello cileno» ereditato dalla dittatura.
Dall’inizio della protesta il 28 aprile, la Confederazione degli studenti guidata dalla giovanissima e combattiva Camila Vallejo si è fatta conoscere in tutto il mondo e ha costretto Piñera a riceverla alla Moneda e ascoltarla. Oggi i giovani tornano in piazza e non soli: sono insieme a un paese che si unisce e ricorda la più grande tragedia della sua storia.
La coincidenza è interessante e significativa, considerato che gli studenti chiedono di «finirla con l’era Pinochet» e riecheggiano, sul tema dell’educazione e dell’istruzione, proprio i discorsi del vecchio presidente Allende.

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