Un 15 ottobre da allargare Senza cappelli

INDIGNADOS  La giornata internazionale di mobilitazione del prossimo 15 ottobre marca la ripresa di una mobilitazione dei movimenti sociali globali contro il neoliberismo, per una diversa idea di Europa, per una fuoriuscita dalla crisi dalla parte dei deboli e di ha pagato in questi anni un modello di sviluppo iniquo e socialmente ed ecologicamente insostenibile.

INDIGNADOS  La giornata internazionale di mobilitazione del prossimo 15 ottobre marca la ripresa di una mobilitazione dei movimenti sociali globali contro il neoliberismo, per una diversa idea di Europa, per una fuoriuscita dalla crisi dalla parte dei deboli e di ha pagato in questi anni un modello di sviluppo iniquo e socialmente ed ecologicamente insostenibile. Si tratta di un’opportunità importante di costruire un fronte europeo nella costruzione di un’alternativa di fronte alle conseguenze della crisi e alle politiche neoliberiste che l’hanno accompagnata.
Proprio il dibattito di queste settimane sul manifesto lanciato insieme alla campagna di Sbilanciamoci sulla «rotta d’Europa» ha evidenziato i punti critici, le fratture, ma anche le potenzialità di una ripresa di un’iniziativa per un’Europa dal basso fondata sulla democrazia, su un modello sociale fondato sulla coesione, l’eguaglianza, la sostenibilità ambientale. Si stanno risvegliando in Europa forze, non solo movimenti, ma componenti importanti della cultura e della politica democratica ormai convinte del fatto che questo modello d’Europa è giunto al capolinea. Concretamente, servirebbero la revisione del patto di stabilità, gli eurobond (non solo per risanare i bilanci), un’agenzia pubblica di rating, la tobin tax e – soprattutto – un rafforzamento della democrazia sostanziale.
Però, affinché la mobilitazione del 15 ottobre abbia successo e sia fruttuosa, è necessaria la massima spinta unitaria e la rinuncia ad ogni deriva identitaria e all’utilizzo della mobilitazione delle prossime settimane per inseguire stupide e novecentesche egemonie (o per condurre conflitti e polemiche) dentro un campo di forze comuni. È importante in questa fase tessere una fitta rete di alleanze non solo con la Cgil e la Fiom, ma anche con gli enti locali (falcidiati dalla manovra economica, e con essi i servizi per i cittadini), il mondo delle università e degli operatori culturali, nel rispetto delle diversità di opinioni e di ruoli.
Ecco perchè è importante la lettera aperta del 4 settembre scorso della Rete italiana del Forum sociale mondiale – sede unitaria nella quale movimenti e associazioni hanno costruito in questi anni un percorso comune – con cui si convoca per il prossimo 13 settembre un appuntemento (al quale ne seguiranno altri come quelli proposti dall’appello pubblicato dal manifesto lo scorso 6 settembre) in cui ritrovarsi per discutere delle prossime iniziative in vista del 15 ottobre.
Si tratta – in questa fase così delicata di ricostruzione di una mobilitazione unitaria dei movimenti – di evitare gli errori del passato e di costruire – come ha proposto il forum di Sbilanciamoci di Lamezia Terme – un’agenda comune di proposte (dalla patrimoniale alle “piccole opere”, dalla riduzione delle spese militari al reddito di cittadinanza) che possano contribuire a dare alla prossima mobilitazione di protesta e di resistenza, anche la caratteristica di un’alternativa concreta al modello neoliberista e alle politiche che sin qui hanno difeso solo i privilegiati, la finanza, i mercati. Il 15 ottobre può contribuire a invertire questa tendenza e favorire finalmente il cambiamento sociale.

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password