Studenti: dalla strada alla Moneda

CILE Dopo 3 mesi di mobilitazioni e scontri ieri il primo incontro fra il presidente Pià±era e i giovani. Interlocutorio
Sul tavolo i 12 punti per superare il sistema classista voluto da Pinochet

CILE Dopo 3 mesi di mobilitazioni e scontri ieri il primo incontro fra il presidente Pià±era e i giovani. Interlocutorio
Sul tavolo i 12 punti per superare il sistema classista voluto da Pinochet

 In vista di una settimana che si annuncia calda – la Fenech, Confederazione degli studenti cileni, ha annunciato per giovedì 8 una nuova mobilitazione di piazza, domenica prossima sarà l’11 settembre, la data fatidica nella storia contemporanea del Cile -, il presidente della repubblica, il destro post-pinochettista Sebastián Piñera, ha accolto ieri al palazzo della Moneda gli indocili studenti che da tre mesi non gli danno tregua trascinandosi dietro una buona parte della società cilena. Come se ci fosse voluto il ritorno della destra-destra alla testa del paese per risvegliarlo dal sopore e dalla paura che 20 anni di democrazia e di governi di centro-sinistra non erano riusciti a smuovere. Sopore e paura che ora sembrano spazzati via da una generazione non più intisa dei veleni e dei sensi di colpa che «la sinistra» si porta dietro fin dall’11 settembre ’73.

Che la spina degli studenti – o meglio il benefico virus di cui ora sono portatori – stia angustiando Piñera e la destra è dimostrato anche dal fatto che la riunione è stata confermata nonostante il paese sia scosso dall’incidente aereo che nella notte fra venerdì e sabato ha provocato 21 morti quando un velivolo militare è precipitato nei pressi dell’arcipelago di Juan Fernández (quello che secondo alcuni fu il teatro delle avventure del Robinson Crosue di Defoe, un gruppo di isole ventose nel Pacifico a 700 km dalla costa). L’aereo, dopo due tentativi falliti d’atterraggio, è caduto in mare e tutte le 21 persone a bordo, fra cui un noto presentatore tv che andava a documentare la ricostruzione dopo lo tsunami del 2010, sono morte.
Alle 10 di ieri mattina hanno varcato la soglia della Moneda i rappresentanti dei rettori universitari e dei professori delle secondarie ma soprattutto – perché loro erano gli ospiti più attesi – gli esponenti dei vari organismi studenteschi, universitari e secondari, che da tre mesi sono i protagonisti della mobilitazione. Fra loro Giorgio Jackson e la carismatica Camila Vallejo, divenuta ormai un personaggio mediatico mondiale per il fatto di essere oltre che tosta e preparata, comunista e bellissima.
Ad attenderli, dentro, c’erano il presidente Piñera, il contestatissimo ministro dell’educazione Felipe Bulnes e uno stuolo di burocrati ministeriali. Bulnes ha fatto il mellifluo con dichiarazioni di circostanza («Veniamo con la migliore disposizione, la miglior volontà, l’animo sincero…»). Più secca e concreta quella che il londinese Guardian, tratteggiandone il profilo qualche giorno fa, ha chiamato «la comandante Camila»: «Speriamo che rispondano ai nostri 12 punti», in riferimento al documento che gli studenti hanno fatto pervenire alla Moneda giorni fa.
Un documento che, in sintesi, chiede che l’educazione sia pubblica e di qualità (e non più privata o pessima come adesso), «costituzionalmente garantita come diritto sociale» a tutti (e non solo a chi puà pagarsi rette altissime indebitandosi per anni fino al collo), che «i fini di lucro» (l’ossessione pinochettista-liberista del mercato) siano cancellati «da tutto il sistema educativo cileno».
La riunione è durata 4 ore e si è conclusa con l’impegno di rivedersi. Domani Bulnes, che si è detto ottimista, si è impegnato a presentare «una proposta di lavoro» in «un tavolo» che si aprirà al ministero. Vallejo ha annunciato la risposta per «martedì o mercoledì» dopo aver consultato la base studentesca. Ma mobilitazioni e occupazioni intanto continueranno.
Il problema sarà quando quando arriverà il momento in cui studenti e lavoratori chiederanno l’impossibile: un’assemblea costituente che cancelli l’infame Cile pinochettista e rifondi un paese più equo e più giusto.

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