Negli archivi del palazzo di El Pardo uno storico spagnolo ha trovato i documenti delle proiezioni private. Oltre 2000 pellicole viste in 30 anni: molti film di Hollywood ma anche qualcuno vietato dalla sua censura. L’archivio testimonia la sua passione per il cinema, soprattutto quello commerciale Molte commedie, western e azione. Tra i più amati c’erano i cartoni animati Usa
Negli archivi del palazzo di El Pardo uno storico spagnolo ha trovato i documenti delle proiezioni private. Oltre 2000 pellicole viste in 30 anni: molti film di Hollywood ma anche qualcuno vietato dalla sua censura. L’archivio testimonia la sua passione per il cinema, soprattutto quello commerciale Molte commedie, western e azione. Tra i più amati c’erano i cartoni animati Usa
Per vedere Buñuel, Fellini e “l´ultimo tango” di Bertolucci, censurati dalla dittatura franchista in Spagna, migliaia di giovani passavano la frontiera e affollavano i cinema della vicina Francia. Il dittatore invece se li guardava da solo in una sala di El Pardo, la sua residenza. Una ricerca – ripresa da El Pais – dello storico catalano Josep Caparros negli archivi della residenza del dittatore spagnolo ha svelato e documentato quella che è sempre stata una leggenda urbana: la grande passione di Francisco Franco per il cinema.
Nel volgere di trent´anni, dal 1946 al ‘75 (anno della morte) nel palazzo di El Pardo vennero proiettate per Franco, la sua famiglia e gruppi selezionati di amici, più di duemila pellicole. Un rito che si ripeteva almeno due volte alla settimana e, sempre, ogni domenica, escluso agosto, l´unico mese ogni anno nel quale dagli archivi non risultano proiezioni.
Ogni volta il cerimoniale prevedeva la visione dell´ineffabile “Notiziario spagnolo”, un documentario d´informazione molto ideologico prodotto dal regime, (del quale a Franco e famiglia venivano sempre mostrati tutti gli spezzoni nei quali apparivano), e subito dopo un film che ricevevano direttamente dalle case di produzione di solito prima che fosse distribuito nelle sale cinematografiche del paese. La maggior parte dei film proiettati erano commerciali. Molte commedie, pochi musical, molti western e film d´azione. Gli archivi testimoniano che tre quarti (1500) delle pellicole proiettate per Franco erano di produzione straniera, «quasi tutte di Hollywood; c´è pochissimo cinema europeo e nessun film russo», dice Caparros. C´è molto James Bond, “I dieci comandamenti”, “Ben Hur”, “Il Padrino”, “Cabaret”. Ma solo tre film di Hitchcock. Rarissimi i film d´autore, meno di dieci in totale: un paio di Bergman, “Le notti di Cabiria” di Fellini, “Il Gattopardo” di Visconti, e un Kurosawa. La maggior parte in versione doppiata e già tagliate dalla censura.
Pochi, in realtà, i film proibiti; a dimostrazione che nella maggior parte dei casi le sessioni pomeridiane nel Pardo erano appuntamenti familiari. Caparros ha trovato una versione di “Cristoforo Colombo” di March, vietata in Spagna, ma proiettata per Franco in sessione privata nel 1950. E “Casablanca”, anch´esso vietato in Spagna, e proiettato per Franco con cinque anni di ritardo rispetto alla sua uscita. Con il passare degli anni la scelta dei film divenne più coraggiosa e a Franco vennero mostrate anche le pellicole di Juan Antonio Bardem, il regista comunista maestro, insieme a Berlanga, del neorealismo spagnolo. In ogni caso, secondo Caparros, Franco vedeva da solo senza la famiglia opere considerate “delicate” come il bellissimo “Benvenuto Mister Marshall!” di Berlanga che risulta proiettato a El Pardo molto prima di ricevere il visto buono della censura per la sua distribuzione. Così come vide film che lo fecero infuriare, da “Viridiana” di Buñuel a “Il Boia”, ancora di Luis Garcia Berlanga.
Ma Franco era un vero fan dei cartoni animati. Walt Disney gli fece spedire in anticipo sull´uscita una copia di “Cenerentola” e dall´archivio risulta che il dittatore spagnolo organizzava pomeriggi con tutte le avventure di Tom e Jerry per la nipotina Maria del Carmen. Secondo Orson Welles, Franco avrebbe anche realizzato cortometraggi con disegni animati e una volta il regista americano giurò di averne anche visto qualcuno. D´altra parte sembra che Franco si cimentò in gioventù come critico cinematografico per una rivista dell´esercito e, sotto falso nome (Jaime de Andrade), scrisse la sceneggiatura di “Raza”, una storia ambientata nella Guerra Civile spagnola.
Film che ebbe anche uno spettatore d´eccezione nel Papa Pio XII. La pellicola venne proiettata in Vaticano nel maggio del 1942 e, secondo quanto riportò l´ambasciatore spagnolo dell´epoca, la vicenda dei buoni credenti (religiosi e militari franchisti) che combattevano contro i malvagi (i miliziani della Repubblica), piacque moltissimo a Pio XII che però chiese di non divulgare la notizia che aveva visto il film per ragioni di opportunità diplomatiche.
Il film sceneggiato da Franco dove si esibiva l´ideologia nazional-cattolica del regime non ebbe vita facile. A parte l´Italia fascista che lo presentò addirittura al Festival di Venezia (in cambio dell´importazione in Spagna di otto film italiani), venne rifiutato da quasi tutti gli altri paesi tanto che, finita la guerra, si decise di produrne una seconda versione nella quale – spirito dei tempi – vennero cancellati riferimenti critici all´America e tutte le scene dove i soldati di Franco salutavano con il braccio alzato. All´epoca, anni Cinquanta, quando Franco ebbe bisogno di riconciliarsi con Washington, furono anche distrutte tutte le copie della prima versione. Almeno così credettero gli storici del cinema finché dopo la caduta del Muro non ne venne ritrovata una copia nella cineteca di Berlino est. Era quella che il dittatore spagnolo aveva mandato agli uomini della “Divisione azul”, l´unica composta da spagnoli che combatté a fianco dei nazisti di Hitler in Unione Sovietica.
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