“Sindaci valsusini irrilevanti? Colpa pure di Virano”. I No Tav fanno ricorso

E’ polemica dopo le accuse del presidente dell’Osservatorio. Plano: “Siamo surfisti” .  Ghigo, Pdl, attacca la Fiom: “Come fa un sindacato a opporsi a un’opera che crea lavoro?” 

E’ polemica dopo le accuse del presidente dell’Osservatorio. Plano: “Siamo surfisti” .  Ghigo, Pdl, attacca la Fiom: “Come fa un sindacato a opporsi a un’opera che crea lavoro?” 

«Contiamo poco? Non so. Il commissario Virano è uno che promette mari e monti e poi? Dal 2005 a oggi non è cambiato nulla». Sandro Plano, presidente della Comunità Montana della Val di Susa non si scompone di fronte agli attacchi del presidente dell´Osservatorio sulla Tav che, dopo la marcia pacifica di sabato, ha sottolineato come «i sindaci siano ormai irrilevanti, comanda solo il movimento». E ha aggiunto: «I No-Tav ormai dettano i tempi: decidono loro quando una cosa è pacifica o meno. Questo è un problema se si vuole aprire una fase di dialogo perché gli amministratori non sono determinanti».
Plano risponde in maniera netta. «Virano ha fatto di tutto dal 2009 in poi per delegittimare i sindaci e per far cadere la Comunità montana. Che i sindaci non pilotino il movimento mi sembra una cosa nota. Forse Virano ha scoperto l´acqua calda? Se poi vuole scavalcarci e parlare con Perino faccia pure». E Plano rispolvera una vecchia metafora: «Il rapporto tra gli amministratori e i No-Tav è quello tra un surfista e l´onda: noi la cavalchiamo, se poi l´onda va da un´altra parte, non possiamo farci niente».
Il presidente della Comunità snocciola alcune date e numeri: «Nel 2005 a Venaus 23 comuni erano contro la Tav, si vedevano 2 mila poliziotti in tenuta antisommossa e in Valle si tenevano manifestazioni a cui partecipavano dalle 10 alle 60 mila persone. Nel 2011 23 amministrazioni hanno approvato altrettante delibere contro la Torino-Lione, a Chiomonte ci sono 2 mila poliziotti in tenuta antisommossa e dalle 10 alle 60 mila persone partecipano ai cortei contro la linea. Mi chiedo: è cambiato qualche cosa? Si è parlato tanto di modifiche di tracciato, di sindaci che hanno cambiato opinione, di pasticci vari. Mi sembra che il governo dovrebbe trarre qualche conseguenza e prendere forse qualche decisione». Plano non lo dice in maniera esplicita, ma considera l´operato di Virano fallimentare visto che in Valle non è cambiato nulla.
Ieri l´assessore alla Cultura della giunta Cota, Michele Coppola, è andato a visitare l´area della necropoli accanto al sito della Maddalena per verificare di persona la situazione dei resti. L´assessore non crede «ai danni provocati dal passaggio di uomini o cingolati delle forze dell´ordine, semmai è stato grave considerare quella un´area idonea al lancio di oggetti contro gli operai e la polizia». E sulla Tav interviene anche il coordinatore regionale del Pdl, Enzo Ghigo, che attacca Giorgio Airaudo della Fiom, uno dei promotori delle giornate in piazza dei No-Tav che a settembre invaderanno Torino per spiegare e raccontare alla gente perché non vogliono la linea ferroviaria ad alta velocità: «Non comprendo – sottolinea Ghigo – come un sindacato possa invitare alla protesta contro un´opera che crea ricadute occupazionali, che pone al centro dell´Europa l´Italia, che assicura ai nostri figli un ruolo nella Comunità Europea. Airaudo non è un sindacalista, ma un leader politico».

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I No Tav fanno ricorso contro lo sgombero     


I No-Tav si rivolgono al Tar del Piemonte per far annullare l´ordinanza di sgombero dell´area della Maddalena a Chiomonte. Provvedimento firmato dal prefetto di Torino, Alberto Di Pace, sulla base del quale il 27 giugno, dopo l´intervento delle forze dell´ordine, l´area era stata consegnata alla società Ltf per l´apertura del cantiere.
I ricorrenti – tra cui compaiono aziende agricole e privati cittadini – chiedono la «sospensione della misura autoritaria così disposta e il risarcimento dei danni subiti, in relazione alle coltivazioni presenti nell´area requisita e a quelle esterne raggiungibili solo attraverso l´area requisita». Nella documentazione del ricorso si sostiene che la «requisizione» «vieta di fatto in via preventiva il diritto costituzionale di manifestare e circolare su certa parte del territorio pubblico».
Il movimento No Tav, infine, contesta la definizione di cantiere che viene data all´area recintata: «Gli unici lavori realizzati – sottolineano i leader del movimento tra cui Alberto Perino – riguardano una recinzione, di carattere puramente militare, su aree esterne ai terreni destinati al cantiere».

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